Gran Teatro "La Fenice", Sale Apollinee, Giovedì 21 ottobre 2010, ore 20.00


VERSO ALTRI SPAZI, ALTRI CIELI,
ALTRI ABISSI DI MERAVIGLIA



Mariaelena Fincato contralto
Daniele Ruggieri flauto
Davide Teodoro clarinetto
Daniele Spano tuba
Carlo Teodoro violoncello
Alvise Vidolin regia sonora e live electronics
In collaborazione con Archivio Nono, SaMPL, Fondazione Palazzo Strozzi, Edison Studio

Preludio critico di Nicola Buso


LUIGI NONO (1924-1990)
Post-Prae-Ludium per Donau (1987) per tuba e live electronics

LUIGI SAMMARCHI(1962)
"Aion...dell'invisibile luce" (2010) per voce, flauto e live electronics
Commissione Ex Novo Musica / SaMPL
Prima esecuzione assoluta

ADRIANO GUARNIERI (1947)
Abitata dal grido ((2010), per violoncello e live electronics
Commissione Ex Novo Musica / SaMPL
Prima esecuzione assoluta

FABIO CIFARIELLO CIARDI (1960)
Tre Piccoli Studi sul Potere (2010), per flauto, clarinetto e violoncello amplificati e video
Commissione: Ex Novo Musica / SaMPL / Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Fondazione Palazzo Strozzi
Produzione: Edison Studio
Prima esecuzione assoluta

LUIGI NONO (1924-1990)
Omaggio a György Kurtág (1983/1990)
per contralto, flauto, clarinetto, tuba e live electronics (testo: György Kurtág)



Presentazione

Luigi Nono Post-Prae-Ludium per Donau

Riportiamo alcune indicazioni che Luigi Nono scrisse per la prima esecuzione assoluta di Post-prae-ludium per Donau (17 ottobre 1987 a Donaueschingen, da cui il nome del fiume nel titolo): "Il percorso della composizione è fissato nei suoi dettagli; la creazione è invece pensata come un appunto per l’esecutore. Nuove possibilità di tecnica dell’esecuzione di una tuba a sei cilindri danno all’interprete la continua libertà di superare questi appunti e creare eventi sonori casuali. La trasformazione elettronica del suono è intessuta nella composizione in maniera differenziata. La tuba deve captare, elaborare e rispondere ai processi di espansione del suono. La notazione data, la nuova tecnica dell’esecuzione e l’elettronica dal vivo, insieme, sostituiscono l’effetto di una mia interpretazione. Nella prima delle tre parti del brano, l’ambito dei suoni acuti dello strumento (dal fa al do) crea un cluster diatonico che viene dato come campo del suono statico. In questa parte iniziale, ai diversi modi di suonare (con mezzo cilindro, suoni vibrati, di falsetto e suoni normali cantati nello strumento) si aggiungono la risonanza e le molteplici elaborazioni elettroniche del suono (quattro linee di ritardo di 5, 7, 10 e 15 secondi ciascuna) che creano un andamento magmatico e ondoso. La parte centrale, direttamente collegata alla prima, si basa su esili suoni acuti, lunghi e brevissimi (da do a fa), trattati elettronicamente in modo da creare una sottile fascia di microintervalli; questi suoni, dopo un minuto scarso, vengono interrotti bruscamente da un do basso, pianissimo, di timbro continuamente mutevole, che si espande nello spazio grazie a una lunga riverberazione elettronica. Il brano si conclude con un lungo crescendo di un suono pedale (sul fa) che viene eseguito in maniera dinamica, amplificato e reso più spesso dall’elettronica fino a un fortissimo, per poi svanire lentamente nel nulla, allontanandosi".

Luigi Sanmarchi Aion... dell’invisibile luce (2010)

Questo lavoro è l’ultimo di una serie di mie composizioni che ruotano attorno alla nozione di memoria e di reminescenza, viste tramite la speculazione filosofica di alcuni grandi pensatori della Grecia antica. A queste origini del pensiero sono giunto attraverso l’opera di alcuni filosofi del Rinascimento italiano, vera e propria oasi di luce dell’anima, dove prende vita (ri-nascimento) quel viaggio a ritroso, atemporale, animico: il ritorno alla Grecia antica, questo luogo-non luogo mitico dove la nostra civiltà è costretta sempre a ritornare se vuole conoscere e ri-conoscere se stessa. In questa composizione, già nel titolo, è contenuto un esplicito riferimento (luce invisibile) a un frammento di Euripide di derivazione orfica e, meno esplicitamente, fa riferimento a Plotino: dico meno esplicitamente in quanto Aion - vero e proprio vocabolo magico, secondo la definizione di Giorgio Colli - assume via via nella cultura greca una quantità impressionante di significati in riferimento a Plotino e dunque in relazione alla famosissima trattazione contenuta nella III Enneade Eternità e tempo, Aion-Chronos, fonte d’ispirazione di questo brano. In questa summa del pensiero greco si viene portati a vedere in trasparenza il tempo, la sua essenza; particolarmente in questo caso sono stato impressionato dalle speculazioni sull’idea platonica dell’attimo (exaiphnes, attimo di luce all’improvviso). Tempo al di là del tempo, memoria al di là della memoria, luogo-non luogo che l’anima non può ricordare. L’attimo quindi come moto primo, come invisibile luce, come suono inudibile. La scelta dei testi nasce da questo ri-flettere l’attimo, il frammento, l’interpolazione di frammenti che abbracciano vaste arcate temporali, momenti-cronologici, attimi-aionici, che convivono in una dimensione paradossale, altra. Ciò che è lontano è vicino, ciò che è invisibile si vede, l’inudibile si sente. Assonanze illatenti, apparenza trasparenza ...vera etimologia del senso ...vedere un’assonanza tra la definizione platonica del tempo e la musica: Immagine dell’eterno che scorre secondo il numero. (Luigi Sammarchi)

Adriano Guarnieri Abitata dal grido (2010)

Il titolo si affida, come spiega Adriano Guarnieri al geniale verso di Massimo Cacciari. L’idea del grido, proliferata da una nuova ricerca sui suoni del violoncello trattati dal suono teatrale del live electronics descrive l’esasperato mondo interiore dell’uomo contemporaneo, abitato dal cinismo, dall’indifferenza, dalle deformazioni. Ed ecco il grido che violentemente restituisce umanità all’uomo. "Sono rimasto un vecchio espressionista", afferma Guarnieri, affascinato dal riversare nell’arte il mondo interiore dei sentimenti, a rischio di deformarlo ed esasperarlo violentemente. Ma queste deformazioni, affidate agli stessi gesti del violoncellista catturati dalle sofisticate telecamere del sistema Phasespace presso i Laboratori di SaMPL a Padova, quasi a restituire semanticamente i tanti significati del grido, restituiscono una cantabilità materica per nulla artefatta ma assolutamente umana fatta di contrapposizioni, spessori, aloni, dissolvenze, echi, riverberi, rifrazioni, in una costante dialettica di luce e ombra, densità e rarefazione, silenzio e suono.

Fabio Cifariello Ciardi Tre Piccoli Studi sul Potere (2010)

Spesso il Potere parla non alla testa, ma soprattutto alla pancia. In che modo? Forse anche con la musica celata nell’eloquio. Attraverso una puntuale trascrizione strumentale delle inflessioni e dei ritmi della voce parlata, un software realizzato dall’autore è utilizzato per ‘smascherare’ la possibile musica nascosta nei discorsi cruciali di tre uomini che hanno fatto la storia: George W. Bush, Tony Blair, Barack Obama. I Tre Piccoli Studi sul Potere sono dedicati alla guerra, alle sue terroristiche conseguenze e alla ricerca di un auspicabile nuovo inizio.
Privato dal significato delle parole la voce del Potere può riservare qualche sorpresa?
Bush /Il 19 marzo 2003, il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush annuncia l’inizio della guerra in Iraq per "disarmare l’Iraq dalle armi di distruzione di massa, porre fine al sostegno di Saddam Hussein al terrorismo, e liberare il popolo iracheno." Il 22 marzo 2003, Stati Uniti e Gran Bretagna avrebbero cominciato a bombardare l’Iraq, senza l’approvazione dell’ONU. Un anno dopo, Hans Blix, ex direttore generale dell’International Atomic Energy Agency, affermerà che l’accusa rivolta dagli Stati Uniti a Saddam sul possesso d’armi di distruzione di massa è stata "il massimo degli errori di valutazione". Blair / In risposta al coinvolgimento britannico nella guerra contro l’Iraq, il 7 luglio 2005 un attacco terroristico nella metropolitana e su un autobus di Londra provoca la morte di 52 e il ferimento di 700 persone. Tony Blair annuncia la tragedia dalla Scozia, interrompendo il 31° summit del G8 iniziato il giorno precedente. Obama / Il 6 aprile del 2009, il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, pronuncia uno storico discorso all’Università del Cairo. Il frammento scelto pone l’accento sulla necessità di superare da entrambe le parti gli stereotipi negativi, dopo anni di paura e diffidenza. Grazie a pitythefool e donald1935 per i video di Bush e Blair; ad Anna Bissanti e a La Repubblica per la traduzione del discorso di Obama. (Fabio Cifariello Ciardi)

Luigi Nono Omaggio a György Kurtág (1983/1986)

Firenze, giugno 1983: si presenta Omaggio a György Kurtág di Luigi Nono. Un brano della durata di circa 20 minuti il cui testo è costituito da fonemi sul nome György Kurtág, compositore ungherese amico di Nono da molti anni. L’ Omaggio di Nono è una risposta all’Omaggio a Luigi Nono, per coro a cappella, che Kurtág compose nel 1979. L’esperienza in Studio con Roberto Fabbriciani, Ciro Scarponi, Giancarlo Schiaffini, ha condotto Nono alla determinazione che i suoni ottenuti con gli strumenti in determinati registri non producono spettri armonici riconducibili agli strumenti stessi. E dunque, assegnando ad ogni strumento un parziale spettro armonico e alla voce di contralto l’intero spettro sonoro, si viene a creare un costante movimento di allontanamento-avvicinamento, quasi un entrare-uscire dai suoni. Questo universo sonoro rappresentava per Nono il vero senso dell’ Omaggio a Kurtág, una conversazione tra due musicisti nel linguaggio proprio della musica. La versione di Omaggio a Kurtág eseguita a Firenze nel 1983, fu una sorta di lavoro preparatorio alla definizione puntuale del lavoro avvenuta per l’esecuzione torinese del 6 giugno 1986; fase questa necessaria a Luigi Nono per valutare l’efficacia della grande quantità di nuove acquisizioni tecnico-musicali messe in campo dalle intense ricerche linguistiche di quegli anni. Riportiamo nel seguito alcune frasi che Luigi Nono ci ha lasciato in merito a Omaggio a György Kurtág e che ben descrivono il pathos di quei momenti di grande creatività: amicizia profonda, grata ammirazione, affetto: omaggio a G. Kurtág / altri studi, analisi, sperimentazioni; combinatoria nel continuamente sorprendente studio di Freiburg / voce di affascinante intelligenza; invenzione di Susanne Otto / flauto e clarinetto in si b nei registri bassi: suoni risultanti quasi onde sinusoidali senza armonici superiori ppppppp p / ottavino e tuba (a sei pistoni) nell’incanto di spettri armonici diversi / nuova maestria virtuosistica di Fabbriciani di Scarponi di Schiaffini: studio rigoroso per altre proposte tecnico lessicali; altri cieli altri abissi di meraviglia tra suoni originali trasformati, sovrapposti tra loro con nuovi strumenti; possibilità del live-electronics / suoni erranti nello spazio vero strumento componente sempre più in attesa sicurissima e cangiante pratica / il WINTERREISE di F. Schubert, p - fff - ppp - f - ppppppp - fffff nel mio cuore