12.


Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17.30
Ateneo Veneto Aula Magna



in collaborazione con
Ateneo Veneto
Conservatorio Cesare Pollini
di Padova

DENTRO E FUORI DAL TEMPO
Conferenza/Concerto
con la partecipazione degli allievi del
Conservatorio Cesare Pollini
di Padova



Paolo Cattelan relatore
Aldo Orvieto relatore
Samuele Chino relatore
Eleonora Donà flauto
Alvise Bernaus clarinetto
Lorenzo Presotto (1)
Giulia Zampieri (2)
Marco Perugini (3)
Sebastiano Mazza (4) pianoforte




Ferruccio Busoni (1866-1924)
All'Italia (in modo napolitano) da Elegien
BV 249 (1907-8) per pianoforte (1)

Novelletten BV 116 (1879)
per clarinetto e pianoforte (4)

Serenade BV 108 (1879)
per clarinetto e pianoforte (4)

Ferruccio Busoni (1866-1924)/
Michael von Zadora (1882-1946)
Tanz-Walzer per pianoforte (2)

Ferruccio Busoni (1866-1924)
Albumblatt BV 272 (1916)
per flauto e pianoforte (3)

Divertimento BV 285
versione di Kurt Weil (1900-1950)
per flauto e pianoforte (3)







L’incontro di studio
presenterà un ritratto umano e artistico di Ferruccio Busoni,
partendo dall’indagine del Professor Paolo Cattelan dedicata al ritratto
di Busoni di Stefan Zweig e al famoso ‘Ritratto del Maestro Ferruccio
Busoni’, ultima opera di Umberto Boccioni (1916). Aldo Orvieto si
concentrerà invece sull’attualità del suo approccio interpretativo, che
produsse il più grande sovvertimento dei canoni estetici della storia
dell’interpretazione musicale e aprì la strada ad una innovativa conce-
zione del suono pianistico. Il contributo di Samuele Chino metterà in
relazione la trasposizione del mito faustiano di Boito con quella succes-
siva di Busoni evidenziando come entrambe le opere siano nate con
l’intento programmatico di rivoluzionare il teatro musicale, due differenti
declinazioni di Gesamtkunstwerk.

Alcuni dei migliori
allievi del Conservatorio Cesare Pollini di Padova punteggeranno
gli interventi musicologici offrendo esecuzioni di importanti opere di
Ferruccio Busoni, di cui il concerto vuole onorare anche l’intensa, asce-
tica missione didattica: Busoni insegnava sempre senza ricevere onora-
rio: «Non si deve pensare alla ricompensa. Si deve ragionare, discutere,
senza pensare mai a ciò che viene dopo, si deve fare il necessario».

La scelta delle musiche
che ascolteremo costituisce un florilegio – certo incompleto,
ma significativo – delle tante ascendenze classiche e tradizionali di cui si
nutre la musica del Maestro.

Il Tanz-Walzer, ispirato
dall’ascolto di valzer di Johann Strauss a notte fonda in un
caffè-concerto, venne composto, quasi improvvisato, la notte stessa. Il
modello del valzer viennese viene conservato ma le spigolature armoni-
che, le finezze timbriche, le trovate contrappuntistiche lo vestono di un
carattere incredibilmente ‘moderno’.

L’elegia All’Italia!
rielabora materiali tematici del secondo e quarto tempo del monu-
mentale Concerto op. 39. Come afferma Sergio Sablich: «Busoni si serve
di ritmi, melodie e forme caratteristicamente italiane. […] Ma se italiani
sono l’assunto programmatico e buona parte del materiale, l’impianto
dell’opera è invece solidamente puntato sulle fondamenta della tradi-
zione tedesca […].»

Per Busoni infatti
anche gli stili sono solo «mascheramenti di un’idea». Così egli si
descrive: «Lo stile delle mie opere giovanili è un volto, e nel Concerto ne
viene fuori uno nuovo, e nella Berceuse un terzo. E il Faust riunifica in sé
tutto.»
[Aldo Orvieto]