11.


Martedì 10 dicembre 2024 ore 16.00 e ore 17.30
Conservatorio Benedetto Marcello
Sala Concerti

L'INVENZIONE DELLA DODECAFONIA 4
Lezione/ Concerto

La Dodecafonia in Italia: l'opera di Camillo Togni



Angela Carone relatrice
Federica Lotti flauto e ottavino
Leonardo DeMarchi chitarra


ore 17.30

Tavola rotonda
Arte, economia e promozione
Luca Paolazzi
economista
Matteo Rampin psicoterapeuta




Camillo Togni (1922-1993)
Due Preludi per ottavino (1980/1)

Dai Cinque pezzi per flauto e chitarra,
V Hymnos per flauto solo (1975/6),
dedicato alla memoria di Luigi Dallapiccola

Da Quasi una serenata per chitarra
(1979) III movimento


Riccardo Malipiero (1914-2003)
Liebesspiel per flauto e chitarra







Le prospettive
aperte dalla nuova tecnica compositiva messa a punto da Schoenberg
fanno sì che il suo metodo – completo e coerente e non soltanto uno
“stile personale” – si diffonda tra i compositori che più sentivano la
necessità di una svolta.

La dodecafonia
si diffonde quindi nel mondo, arriva a coinvolgere anche Stravinskij,
l’autore che molti additavano come paladino del versante compositivo
opposto. Nel dopoguerra, anche sull’esempio dato da Anton Webern,
la dodecafonia sviluppa ulteriormente le sue potenzialità. Taluni dei
compositori che la impiegano arrivano ora a allargare l’idea di serie
(sequenza di note scelte dal compositore, con le quali sviluppare una
composizione) anche alle altre componenti dell’universo sonoro: non
solo le altezze quindi, ma anche le durate, le intensità, la successione
degli strumenti, i tipi di effetti strumentali e altro ancora.

Molti dei compositori
più noti del Dopoguerra furono, almeno per un certo periodo
e secondo modalità diverse, dodecafonici: Luigi Dallapiccola, Bruno
Maderna, Luigi Nono, Riccardo Malipiero solo per citarne alcuni.

Ma il compositore
che per primo adottò il metodo dodecafonico in maniera integrale
è stato Camillo Togni, nato a Gussago nel 1922. Angela Carone ne trat-
teggerà un ritratto, arricchito da ascolti tratti sia dal suo catalogo che da
quello di Riccardo Malipiero, altro importante autore ispirato dall’esem-
pio schoenberghiano.

Nella seconda parte
del pomeriggio ci sarà modo di riflettere sui vari temi introdotti
dal ciclo L’invenzione della dodecafonia e dal melologo Mein Name ist
Arnold Shönberg in forma di tavola rotonda.

Le difficoltà incontrate
da Shönberg– artistiche, ma anche economiche – saranno il
punto di partenza per una riflessione su aspetti apparentemente secon-
dari nella vita di un musicista, in realtà importanti al punto da determi-
nare lo svolgimento della sua esistenza. Quali possono essere dunque i
rapporti di un (giovane) artista con il mondo dell’economia, delle norme
vigenti o quali modalità nuove possono aprirsi grazie alla tecnologia? E
come presentarsi preparati a tutto questo? Come presentare in maniera
efficace il proprio lavoro, o un proprio progetto?

A guidarci nella
riflessione: Luca Paolazzi, economista e direttore scientifico della
Fondazione Nord/Est e Matteo Rampin, medico psicoterapeuta, consu-
lente per molte istituzioni ed esperto di comunicazione, in particolare
per quanto riguarda la promozione personale.
[Claudio Ambrosini]