9.
Giovedì 5 dicembre 2024 ore 16.00 e ore 17.30
Conservatorio Benedetto Marcello
Sala Concerti
L'INVENZIONE DELLA DODECAFONIA 2
Lezione/Concerto
Schönberg e la Dodecafonia
Francesco Pavan relatrore
Luca Dal Mistro(1)
Agata Bordignon (2)
Anna D'Errico (3)
Alessandro Del Gobbo (4) pianoforte
Allievi della classe della
Prof.ssa Anna D'Errico
Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia
ore 17.30
Performance
La foca imbalsamata
Dada/Dodecafonia e improvvisazione
Giovanni Mancuso
Allievi del Corso di Improvvisazione
Conservatorio Benedetto Marcello
Alban Berg (1885-1935)
Sonata op. 1 (1907/8) (1)
Maßig bewegt
Arnold Schönberg (1874-1951)
Sechs kleine Klavierstücke op. 19 (2)
Arnold Schönberg (1874-1951)
da Fünf Klavierstücke op. 23 Walzer (3)
Anton Webern (1883-1945)
Variazioni op 27 (1935/6) (3)
Sehr maßig - Sehr schnell - Ruhig fließend
Luigi Dallapiccola (1904-1975)
Sonatina canonica (1942/3) (4)
Il passaggio dal
diciannovesimo al ventesimo secolo è un momento di grande
fermento, in particolare per la musica. I tentativi di andare oltre la tona-
lità, sono molteplici e puntano in varie direzioni. Tutto è in movimento: al
cromatismo diffuso che aveva permeato il Tristan und Isolde di Wagner,
producendo un senso di perenne sospensione si aggiungono, tra l’altro,
l’armonia di Skrjabin – basata su intervalli di quarta – , la scala esatonale
di Debussy – che non distingue più tra toni e semitoni –, l’uso di due
tonalità sovrapposte, allargatosi poi fino ad arrivare alla politonalità e alla
atonalità… Le dissonanze, che per gli antichi dovevano sempre essere
preparate e poi risolte con una consonanza, acquistano uno status indi-
pendente; gli accordi si ampliano progressivamente fino a diventare dei
“grappoli” indeterminati – i cluster –, la possibilità di usare scale nuove si
arricchisce con l’introduzione di microintervalli: non più toni o semitoni,
ma anche quarti di tono, sesti di tono e altro. Su questo panorama bruli-
cante irrompe poi “l’urlo” dei Futuristi e la loro Arte dei rumori…
Arnold Schoenberg
aveva già contribuito a questo fermento, per esempio nel Quartetto op.10
ai quattro archi consuetudinari aveva aggiunto un soprano e
eliminato alla fine anche le “alterazioni in chiave”, quei diesis e bemolle
che tradizionalmente indicavano la tonalità di un brano. Allargherà poi
la tavolozza della voce stessa con lo sprechgesang – una forma di reci-
tazione intonata, o di canto parlato – cui aggiungerà anche il concetto di
klangfarbenmelodie, una forma di melodia fatta di suoni/colore.…
Ma è intorno agli
anni Venti che comincia a presentare i primi lavori composti secondo
il nuovo metodo che stava mettendo a punto: la dodecafonia, un sistema
“liberato” i cui i dodici suoni della scala non sono più assoggettati alla
gerarchia di una tonalità, ma si pongono in relazione “democratica”
soltanto tra loro e secondo procedimenti in parte derivati dalla musica
del passato: una vera sintesi di secoli di storia musicale e un’apertura sul
futuro ricca di possibilità.
A Francesco Pavan
il compito di spiegare, a un pubblico allargato quali siano questi
procedimenti e quali potenzialità abbiano in sé, nonché quale deter-
minante impatto abbiano avuto sulla musica del Novecento.
Giovanni Mancuso
trasforma infine la lezione in una performance, presentando gli
esiti di un laboratorio creativo in cui i giovani allievi sono stati solle-
citati a elaborare in modo creativo le suggestioni derivanti dall’uso
fantasioso del numero magico… il 12.
[Claudio Ambrosini]