8.
Domenica 1 dicembre 2024 ore 20.00
Gran Teatro La Fenice
Sale Apollinee
MELODIE UDITE E INAUDITE
Ex Novo Ensemble
L’excursus delineato
Daniele Ruggieri flauto
Davide Teodoro clarinetto
Carlo Lazari violino*
Sara Mazzarotto violino
Paola Carraro viola
Carlo Teodoro violoncello
Ferruccio Busoni (1866-1924)
Suite KV 176 in sol minore (1881)
per clarinetto e quartetto d'archi
Robert Schumann (1810-1856)
Abendlied op. 85 n. 12 (1848)
trascrizione per clarinetto e quartetto d'archi di Ferruccio Busoni
Giacinto Scelsi (1905-1988)
Suite (1953) per flauto e clarinetto
Giorgio Federico Ghedini (1892-1965)
Canoni per violino* e violoncello (1946)
I. Adagio (alla II inferiore, per moto contrario) - Meno sostenuto (alla IV inferiore)
II. Allegretto moderato (canoni diversi)
Salvatore Sciarrino (1947)
Trovare un equilibrio, è necessario? (2015)
per flauto in sol e quartetto d'archi
Claudio Ambrosini (1948)
Me misi per l'alto mare aperto (2015)
per quartetto d'archi
dal Festival Ex Novo Musica di quest’anno immagina un passaggio
di testimone avvenuto nell’anno 1924: anno della morte di Ferruccio
Busoni, anno della nascita di Luigi Nono.
La Suite per clarinetto
e archi composta all’età di quindici anni per il padre Ferdinando
semplice virtuoso di clarinetto [...] uomo di educazione musicale
insufficiente, italiano e amatore del belcanto». Al tempo stesso Busoni
nel Proscritto alla sua edizione delle opere di Bach riconoscerà al padre
il merito di aver indovinato «la sola strada giusta» nel condurre la sua
educazione, dunque averlo spronato «molto severamente allo studio di
Bach», indicandogli la via che non avrebbe più abbandonato.
Abendlied è l’ultimo
quadro degli Zwölf Klavierstücke op.85 (1848) e rappresenta il
commiato di Robert Schumann dal mondo dal mondo dell’infanzia, da lui
tanto amato. Il quattordicenne Ferruccio Busoni offrirà la rielaborazione
per clarinetto e archi in dono al padre .
I brani centrali di
questo concerto sono stati composti nell'immediato dopoguerra in cui
in molti autori si registra una vistosa intensificazione della ricerca linguistica
ed espressiva. Per Giorgio Federico Ghedini è il periodo della «modernità
radicale» (Massimo Mila) nel quale l’evocazione del passato si attua in
forme sempre più stilizzate e trasparenti, cercando di coniugarsi con
l’urgenza dello slancio verso la modernità.
Anche per Scelsi
gli anni ’50 furono caratterizzati dal superamento della dodecafonia a
favore di una concentrazione sull'intima natura del suono. Una ricerca
che si spinge ai limiti estremi fino a teorizzare un «comporre in uno stato di
lucida passività», fino a definirsi «un mediatore, un ‘postino’ che riceve dei
messaggi da un oltre e li recapita a chi si dispone ad ascoltarlo».
Pur non essendo
presenti in questa serata brani di Luigi Nono l’impaginazione del
concerto testimonia del suo generoso entusiasmo nell’aiutare i giovani
artisti emergenti che egli accoglieva senza formalismi, quasi come
fratelli, e con i quali instaurava un fervido dibattito sul ruolo e la funzione
della nuova musica nella società e nella cultura del suo tempo. Tra le
figure di artisti stimati e incoraggiati da Nono, Salvatore Sciarrino e
Claudio Ambrosini rappresentano due gemme del panorama musicale
contemporaneo i cui lavori ci conducono verso un mondo aperto a
inaudite raffinatezze timbriche sempre innestate in solidi contesti drammaturgici.
[Aldo Orvieto]