3.


Lunedì 14 ottobre 2024, ore 18.00
Scuola Grande di San Rocco


TANCREDI E CLORINDA
la storia intera

con il sostegno di
Fondazione Archivio Vittorio Cini



Elisa Cenni soprano (Clorinda)
Roberto Jachini Virgili tenore (Tancredi)
Marco Scavazza baritono (Testo)

Ensemble InCanto
David Simonacci, Gabriele Benigni violini
Luca Sanzò viola
Andrea Lattarulo violoncello
Fabrizio Cardosa violone
Francesco Romano tiorba
Gabriele Catalucci, Silvia Paparelli clavicembalo
Giulio Calandri percussioni

Fabio Maestri direttore




Claudio Monteverdi (1567-1643)
Combattimento di Tancredi e Clorinda(1624)
madrigale drammatico per soprano,
tenore, baritono, tiorba, clavicembalo
e quintetto d'archi

Claudio Ambrosini (1948)
Tancredi appresso il combattimento(2017)
madrigale drammatico per soprano,
tenore, baritono, tiorba, clavicembalo,
quintetto d'archi e percussione

Testo di Torquato Tasso

(per la prima volta a Venezia,
da dove era partita quattrocento anni fa)




La prima parte
del racconto di Torquato Tasso, messa in musica da Claudio Monteverdi
è uno dei capolavori della Storia della musica ed è stato presentato per
la prima volta, proprio a Venezia, nel 1624. Un madrigale a tre voci che
destò scalpore sia per l’efficacia teatrale dello stile concitato che per
la novità degli effetti strumentali: pura avanguardia per l’epoca.
Ma il racconto dell’amore sfortunato dei due protagonisti, coinvolti in un
duello all’ultimo sangue non si conclude con la famosa frase "Ahi vista!
ahi conoscenza!", proferita da Tancredi dopo aver sollevato l’elmo di
Clorinda ed essersi reso conto di aver irrimediabilmente ferito a morte
la sua amata.

Il poema di Tasso
continua e, nelle ottave seguenti, ci fa partecipi delle commoventi
reazioni di Tancredi, rimasto solo, spaesato, quasi impazzito dal dolore.
Ma, proprio quando disperato sta per uccidersi, ecco che Clorinda gli
appare in sogno e il loro dialogo riprende.

Questo é ciò che
racconta Tancredi appresso il Combattimento, "sequel” del dramma
monteverdiano, commissionato da Opera InCanto e presentato per
la prima volta al Teatro Olimpico di Roma nel 2017, in occasione delle
celebrazioni internazionali per il quattrocentocinquantesimo anniversario
della nascita del compositore. L’organico è pressoché lo stesso e i
due lavori vanno presentati di seguito, con la Toccata per clavicembalo,
tiorba preparata e percussioni che fa rivivere, come in un flashback, il
tragico duello. Ma la vera azione è già passata e ciò che resta è solo un
vuoto, pesantissimo, attorno a Tancredi, in cui c’è posto solo per i ricordi.

Il testo di Tasso
é sempre quello originale, quindi per Monteverdi si trattava della lingua
poetica del suo tempo, per noi è la lingua di quel tempo.
Una distanza forse superabile applicando uno sguardo prospettico:
che la avvicini ma anche, - come usando un cannocchiale rovesciato -
la faccia diventare un magnifico punto di partenza da rendere in infiniti modi:
alternando cantato e parlato, sussurrando, intonandola a mezza voce... per
(ri-)dare spazio al piano letterario, in alternanza con quello musicale.
Entrando e uscendo, muovendosi in continuazione tra il livello della parola e
quello del canto, a tratti staccati di quel tanto che basta per farne una
reciproca cartina di tornasole. Anche da una parola all’altra, a volte.

Monteverdi
é da sempre uno dei miei compositori preferiti e sono quindi particolarmente grato a
Fabio Maestri, dedicatario, per questo stimolante/sgomentante invito:
un’esperienza davvero unica.
[Claudio Ambrosini]