Concerto 3


Venerdì 13 novembre 2020 ore 20.00
Gran Teatro La Fenice
Sale Apollinee

LUDUS MINOR


Davide Teodoro* clarinetto e clarinetto basso
Carlo Teodoro** violoncello



Renato Miani (1965)
Fantasia super Veni Sancte Spiritus (2016)
Introitus-Organum I / Recercar – Organum II

Mauro Montalbetti (1969)
Madrigali onirici*
E all’hor fatto ardito – Rinchiuso ardore – Ardo e non ardisco

Virginio Zoccatelli (1969)
Sentieri d’Oriente (2014)
Cantabile – Calmo – Scorrevole– Fiero

Paul Hindemith (1895-1963)
Ludus Minor (1944)
Fuga prima ex C-Interludium– Fuga seconda ex G-Interludium – Fuga tertia ex F

Claudio Ambrosini (1948)
Grande Fratello (2017)

Stefano Bellon (1956)
Kintsugi Forced*

Nicolas Bacri (1961)
Night music op. 73 (2001)
Elegy – Scherzo – Lullaby

Guillaume Connesson (1970)
Disco-Toccata (1994)

* Commissione Ex Novo Musica
PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA



Ludus Minor e un programma nato dalla necessita – scaturita sin da quando io e mio fratello eravamo giovani studenti di Conservatorio – di far musica insieme. Col tempo abbiamo selezionato un vasto repertorio per la nostra inusitata formazione piuttosto interessante, fatto di lavori originali e appositamente scritti per noi.

Fantasia super Veni Sancte Spiritus (2016) e una composizione basata sull’omonima Sequenza, tratta dalla liturgia della Pentecoste, che si articola in due parti: Introitus-Organum I e Recercar-Organum II. Il brano si muove a partire da un’elaborazione (Introitus, affidato al solo violoncello) che scompone e ricompone le sequenze melodiche in un incessante gioco di mascheramenti e rivelazioni che mette di volta in volta in rilievo aspetti diversi della struttura originale. Sul germogliare delle nuove idee prende poi vita una seconda rielaborazione di carattere contrappuntistico-imitativo (Recercar, con i due strumenti). A cornice delle due sezioni si pongono due Organum, dove il materiale viene riletto omoritmicamente, giocando sulla verticalita. [Renato Miani]

I tre Madrigali onirici; E all’hor fatto ardito, Rinchiuso ardore, Ardo e non ardisco, plasmano frammenti melodici estratti dal madrigale a due voci di Monteverdi “Ardo e scoprir, ahi lasso, io non ardisco” (VIII libro, dei madrigali). I clarinetti ed il violoncello dialogano alternando gesti un lirismo eterogeneo: dai pulviscolari e onirici frammenti madrigalistici, alle piu rarefatte o tese figure melodiche rivelate per piccoli frammenti, per contrasti, giustapposizioni, in modo da coinvolgere l’ascoltatore curioso e attento in un viaggio di ri-costruzione poetica. Ogni madrigale e dedicato a un amico veneziano. E all’hor fatto ardito (dedicato a Mirko Busatto) Rinchiuso ardore (dedicato a Claudio Ambrosini) Ardo e non ardisco (dedicato a Carlo e Davide Teodoro) [Mauro Montalbetti]

Sentieri d’Oriente (2014). E una Suite in 4 movimenti per clarinetto e violoncello della durata di circa 11 min. Scritta nel 2014, e stata incisa e pubblicata nel 2015 in un Cd dell’editore Mep di Roma. La scrittura dei Sentieri d’Oriente nasce dal progetto di riflessione personale su identita naturale e identita culturale dell’essere autori oggi. Frammenti melodici, suggestioni ritmiche, sonorita timbriche sono attinti da ricordi di ascolti di certa musica medio orientale e prendono vita in una rinnovata sintesi linguistica che da un lato privilegia l’aspetto melodico della musica, dall’altro non rinuncia a forme di accompagnamento e di contrappunto derivato dalla immensa tradizione del 900 in ambito accademico. L’intento e quello di ricreare melodie e atmosfere sonore che affondano nelle radici antropologiche dell’espressione umana: similmente ad antichi riti, le nuove forme si legano alle possibili narrazioni e rappresentazioni della morte e della vita. [Virginio Zoccatelli]
Ludus Minor (1944). Per Paul Hindemith fare musica ha rappresentato una necessita vitale, al pari di mangiare e respirare. Nel corso della sua evoluzione artistica egli assimilo, a forza di duro lavoro, la quasi totalita del repertorio musicale esistente: il repertorio concertistico e operistico come Direttore stabile dell’opera di Francoforte; il repertorio cameristico come violista del Quartetto Amar e del Trio Wolfsthal (o Goldberg)/Hindemith/Feuermann e ancora la musica “antica” da Plotino a Bach come Direttore del Collegium Musicum dell’Universita Yale di New Haven e infine il repertorio da concerto meno battuto da Mozart, Listz, Bruckner passando per Reger fino ai contemporanei in qualita di direttore d’orchestra. Oltre a cio, tempo permettendo, faceva musica con i suoi amici, imparando a suonare quasi tutti gli strumenti d’orchesta e per di piu anche gli strumenti antichi. Sviluppo quest’attivita musical-ricreativa soprattutto con la moglie, che di formazione era cantante, violoncellista e attrice, esibendosi in feste private per i loro amici durante gli anni ‘20 e negli anni della loro forzata emigrazione. A questo scopo nacquero numerosi pezzi parodistici, mentre nei primi anni americani Hindemith scrisse altrettanti numerosi lavori di relativa facile esecuzione ma dall’intento profondamente ponderato e serio. Ludus minor, datato 6 febbraio 1944, e uno di questi. Esso rappresenta una piccola versione dell’importante Ludus tonalis per pianoforte (1942), e fu seguito dalla moglie al violoncello e lo stesso Hindemith al clarinetto per una di queste esecuzioni private. Qui il carattere squisitamente domestico viene riverberato allusivamente nel titolo scherzoso, che riporta il nome di una fittizia casa editrice “Kunstlerheim Inc.” (Casa di Artisti Inc.) riferendosi naturalmente a casa sua e aggiungendo – sempre nel titolo – ”Mit Reverenz fur und das Cello den Cellisten”.

Grande Fratello (2017). Piu che Grande Fratello, Zarlino [ispiratore di questo lavoro] e forse il Grande Padre di un’attenzione moderna per i micro intervalli, e anche la sua speculazione sui parziali “inferiori” prelude in qualche modo alla scoperta di fenomeni come i “suoni differenza”. E in piu e stato un grande compositore, pur se finora pochissimi sembrano essersene accorti. Grandi Fratelli sono invece alternatamente i dedicatari, Carlo e Davide Teodoro, a seconda che se ne consideri la dieta, l’eta, la statura, la figura, la capigliatura… unica dote invariata la bravura. [Claudio Ambrosini]

Kintsugi è detta la pratica tradizionale giapponese che si prefigge di ridare vita nuova a ciotole e vasellami preziosi ricomponendone i cocci e i frantumi. L'aspetto affascinante della tecnica viene dalla ricercatezza con cui l'artigiano riesce ad esaltare i profili e la consistenza delle fratture ricomposte con l'uso sofisticato di lacche pregiate, oro o argento. L'intento e quindi di magnificare il danno piuttosto che dissimularlo: potremmo pensare alle cicatrici delle sciabolate che in passato, sfigurando il volto dei combattenti, venivano ostentate e socialmente riconosciute in quanto vere e proprie onoreficenze militari. Kintsugi Forced mette in atto qualcosa di simile. Ricongiungendo le fratture intenzionali di un vecchio lavoro per clarinetto, il cui andamento si svolgeva mimando lo schizofrenico nell'atto di dar voce alla moltitudine di soggetti che ne frantumano l'identita, ho attribuito al timbro e alla linea di un violoncello sovrascritto la funzione di collante tra i segmenti che si succedevano nel pezzo d'origine. Commissionato da Carlo e Davide Teodoro, Kintusgi Forced e dedicato con affetto agli interpreti. [Stefano Bellon]

Night Music op.73 (2001). Come in Episodes nocturnes, Notturni e Capriccio notturno, questo lavoro dimostra l’interesse di Bacri per il tema della notte, considerata come una “metafora del passaggio”. Dal carattere volutamente scuro (Lento lugubre, Lentissimo funebre, Lento e desolato) il lavoro si divide in tre parti: Elegy, Scherzo, Lullaby. Il primo movimento e una miniatura in forma ABA dove le sezioni estreme sono caratterizzate dalla scrittura del violoncello per seste. I pizzicati conferiscono alle prime misure dello Scherzo un’aria fantastica ricavata dal confronto delle differenti maniere di suonare dei due strumenti. Nel Trio, evocante un lamento, il clarinetto svolge la sua larga triste melodia su una cellula ostinata di accordi discendenti del violoncello. La berceuse finale e formata da due sezioni: la prima e una sorta di contrappunto serrato, la seconda e costruita dalle armonie del violoncello cui si sovrappone la melodia del clarinetto.

Disco-Toccata (1994). La musica Disco, molto in voga nei nightclubs verso la fine degli anni 70, ha fornito due elementi costitutivi di questa mia toccata: da una parte l’affermazione ostinata della pulsazione ritmica e dall’altra le tipiche cellule melodiche che caratterizzano i “riffs” suonati solitamente dalla chitarra. Ma, una volta abbandonato il modello di partenza, ho inserito queste idee in una metrica contrastante, divertendomi a svilupparle secondo regole piu “classiche”. Il movimento rapido e incessante mi ha fatto pensare alla toccata barocca, dove la virtuosita strumentale diviene il principale veicolo espressivo. Dalla fascinazione tra la popular music di oggi e il lessico barocco non ho potuto resistere al piacere – e alla provocazione – di fondere questi due aspetti stilistici in questo breve pezzo. [Guillaume Connesson]