Concerto 5
mercoledi 4 dicembre 2019 ore 20.00
Gran Teatro La Fenice
Sale Apollinee
DIALOGO ANGELICO
Manuel Zurria* flauto
Daniele Ruggieri** flauto
Wilhelm F. Bach (1719-1784)
Duetto F 58 in fa min. (1778 c.a)
per due flauti
Un poco Allegro – Largo – Vivace
Aldo Clementi (1925-2011)
Canzonetta (2005)
per due flauti in sol
Louis Andriessen (1939)
Lacrimosa (1991)
versione per due flauti bassi di Manuel Zurria approvata dall’autore (2007)
PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA
Stefano Scodanibbio (1956-2012)
Ritorno a Cartagena* (2003)
per flauto basso
Goffredo Petrassi (1904-2003)
Dialogo Angelico (1948) per due flauti
Nino Rota (1911-1979)
Tre pezzi (1972) per due flauti
Vecchio Carillon – Vecchia Romanza – Il Mulino
Giorgio Federico Ghedini (1892-1965)
3 Pezzi** (1962) per flauto solo
Andamento – Vivace – Canto, o della Solitudine
Philip Glass (1937)
Piece in the shape of a square (1967)
per due flauti
La musica per due flauti non puo che riportare all’antica arte del contrappunto.
Due linee monodiche che si inseguono rappresentano un perfetto punto
di partenza per rivelare proporzioni, inganni, raddoppi e quant’altro
la prassi barocca ci ha illustrato e insegnato nel corso dei secoli, con dovizia
di particolari. Per questo avremmo pensato di iniziare il nostro viaggio
musicale con la musica di Wilhelm Friedmann Bach, figlio maggiore
del sommo Johann Sebastian, nonche autore geniale di musiche raffinatissime
ma, ahime, incapace, nella vita reale di gestire il suo talento
finendo i suoi giorni in poverta estrema, indebitato e indigente.
Friedmann fu autore di 6 Duetti per due flauti composti in eta adulta:
quello che ascolterete stasera e il sesto ed ultimo della serie, in fa minore.
Musica sorprendente, avventurosa, sperimentale nel suo cromatismo,
virtuosa per le mani e per la mente. Il viaggio si snoda poi attraverso
un sentiero tutto italiano che parte da una triade importante di autori
nati nei primissimi anni del XX secolo.
Goffredo Petrassi classe 1904,
con una singolare composizione del 1948, Dialogo Angelico, che e
in realta una rielaborazione di una precedente Invenzione del 1944;
Nino Rota, nato a Bari nel 1911, autore di 3 duetti nello stile neoclassico
meravigliosamente semplice e anticonformista che ha sempre contraddistinto
la sua musica.
Giorgio Federico Ghedini, il decano, classe 1891,
gia direttore del Conservatorio di Milano e Maestro di musicisti come
Luciano Berio, Claudio Abbado e Niccolo Castiglioni, qui presente con
i suoi 3 pezzi per flauto solo del 1962, una musica austera e rigorosa senza
orpelli che trova la sua forza nel canto, nel suono, nello spirito mistico
di questo ancenstrale strumento. Aldo Clementi ritrova la forza e il rigore
dei suoi contrappunti nella musica di Ghedini, sebbene sia stato allievo
di Petrassi. Nella sua estetica c’e posto per la trasparenza, per il calcolo,
per l’astrazione ma non per le emozioni pubblicamente esibite. Canzonetta,
composta nel 2005 per due flauti contralti, mette a confronto due
strumenti identici (due flauti in sol) uno dei quali ripete imperterrito
la stessa frase melodica mentre l’altro contrappone tre frasi diverse con
un percorso a specchio. Stasi e movimento, dunque. La cinquina italica
si conclude con un lavoro del 2003 di Stefano Scodanibbio, Ritorno
a Cartagena, per flauto basso. Scodanibbio e stato uno dei massimi
contrabbassisti del secolo scomparso troppo presto e alla sua opera
compositiva deve ancora essere restituita l’importanza che meriterebbe.
Ritorno a Cartagena e un brano di impressionante complessita ritmica:
il flauto basso e in realta un risuonatore di percussioni di varia natura
che si strutturano su piani indipendenti.
Louis Andriessen, compositore
olandese iconoclasta e ribelle, ha originalmente concepito Lacrimosa
per due fagotti. Qualche anno fa ne proposi all’autore (che ne fu particolarmente
contento) una versione per due flauti bassi in occasione
di una registrazione discografica (versione che ascolterete dal vivo
stasera per la prima volta in assoluto). A conclusione del programma,
un pezzo composto nel 1967 da Philip Glass, Music in the Shape of
a Square. Il riferimento del titolo a Erik Satie e evidente, ma questo autentico
tour de force per due flauti e concepito con una idea visiva geometrica
particolarmente interessante. In quegli anni Glass stava sviluppando
la sua estetica approfondendo lo studio dei Raga indiani con Ravi Shankar.
Le frasi che in questo pezzo si sdoppiano in un incredibile gioco
di specchi non sono mai ripetitive ma concepite in senso orizzontale
ed esteso e seguono la logica numerica dei raga indiani. Questo lavoro
fu presentato durante un concerto nel quale Glass (che a quel tempo
lavorava come assistente dello scultore Richard Serra) ripropose
alcune scelte per visualizzare una musica che si proponeva come
di svolta. Questo brano, in particolare, fu eseguito costruendo sul palco
un quadrato di 2 metri di lato sul quale furono incollate le parti (al suo
interno e al suo esterno). Poi in due musicisti (in quell’occasione lo stesso
Glass e Jon Gibson ai flauti) si disposero uno all’interno e uno all’esterno
del box, cominciando a suonare uno di fronte all’altro, proseguendo
in direzioni opposte per concludere, dopo un giro completo del box,
nuovamente insieme. Buon viaggio, buon ascolto. [Manuel Zurria]