Concerto 11


Venerdì 15 dicembre 2017, ore 18.00
Ateneo Veneto, Aula Magna

IN VOLO SUL NOVECENTO
SIAE - Classici di Oggi



In collaborazione con Ateneo Veneto

Con il sostegno di SIAE


Ex Novo Ensemble

Daniele Ruggieri flauto e ottavino
Davide Teodoro clarinetto
Carlo Lazari violino
Carlo Teodoro violoncello

Aldo Orvieto pianoforte

Vittorio Rieti (1898-1994)
Theme and Variations on “When from my love” (John Bartlett, 1606) in memoria di Paul Hindemith (1964),
per flauto, clarinetto, violino e violoncello

Luigi Dallapiccola (1900-1975)
Tartiniana Seconda “Versione Sonatistica” su temi dalle Sonate di Giuseppe Tartini (1955/56)
per violino e pianoforte
Pastorale - Tempo di bourrée - Intermezzo - Presto - Variazioni

Gian Carlo Menotti (1911-2007)
Trio (1996) per clarinetto, violino e pianoforte
Capriccio (Allegro) - Romanza (Andante espressivo) - Envoi (Allegro)
Nel decimo anniversario della scomparsa

Renato Miani (1965) Sonata Notturna (2017) per violoncello
In the dark - Serenata - Variazioni d'umore - Finale
Commissione Ex Novo Musica, prima esecuzione assoluta

Osvaldo Coluccino (1963)
Senza soglia (2008) per flauto (anche ottavino), clarinetto, violino, violoncello e pianoforte preparato
Prima esecuzione assoluta

Luca Francesconi (1956)
Insieme (2014) per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte
Brano dedicato all'Ex Novo Ensemble.


Vittorio Rieti Theme and Variations

Ritroviamo la nostalgia per la musica antica nelle Variations on «When from my love» di Vittorio Rieti, prima esecuzione a New York, Kaufmann Concert Hall il 27 maggio 1964. In un saggio del 1927 Alfredo Casella così scrive: “Rieti - per quanto non abbia raggiunto la trentina- - possiede già alcune spiccate qualità che un buon numero di altri compositori cercano durante tutta la loro vita senza riuscire ad acquisirle; uno stile una personalità ed infine una notevole sicurezza formale e tecnica, che non è esagerato chiamare - nel suo caso - “maestria”.
Per Franco Carlo Ricci, il più autorevole studioso dell'opera di Vittorio Rieti, le Variations on «When from my love» (antica canzone inglese di John Bartlett, musicista dell'epoca di Purcell) sono scritte «con garbo e senso della misura, e sono dedicate alla memoria di Hindemith, al quale Rieti era legato da grande amicizia.
Il delicato e suggestivo tema della canzone inglese, sul quale vengono costruite le nove variazioni e la coda, è affidato, in modo originale, non ad uno solo ma a tutti gli strumenti, ad incrocio.
La struttura della canzone, molto semplice, è bipartita con la seconda parte ripetuta due volte.
Lo stesso schema rimane immutato nelle nove variazioni, fatto questo piuttosto eccezionale in Rieti sempre insofferente di ogni ripetizione».

Luigi Dallapiccola Tartiniana Seconda

Nell'agosto 1956, prima di partire per gli Stati Uniti, Dallapiccola portò a termine altri due lavori basati su materiale tartiniano, le cui sempre nuove conoscenze provenivano dalle appassionate ricerche dell'amico Materassi. Le due versioni della Tartiniana seconda - una per violino e pianoforte, l'altra per violino e orchestra da camera, entrambe recanti il sottotitolo di “Divertimento” e dedicate a Materassi (1955-1956) - chiudono definitivamente, e sempre nello spirito di una "traduzione" in senso contrappuntistico, la vicenda delle opere “tonali” di Dallapiccola, una vicenda iniziata con la Sonatina canonica su Capricci di Niccolò Paganini per pianoforte del 1942-1943 e proseguita con la Tartiniana per violino e orchestra da camera del primo soggiorno americano (1951).
«Che, dopo ciascuna delle citate esperienze tonali io abbia fatto un notevole passo innanzi sul cammino della dodecafonia è un fatto: troppo lungo a spiegarsi; tuttavia un fatto incontestabile e notato da tutti coloro che hanno studiato a fondo le mie musiche. In comune [alle tre citate opere tonali] c'è l'applicazione di canoni diversissimi» (Luigi Dallapiccola, Parole e musica, a cura di Fiamma Nicolodi, Il Saggiatore, Milano, 1980).
In generale, i temi del grande violinista istriano sono esposti senza modificazioni; lievi ne intervengono qualora queste siano necessarie alla costruzione di canoni.
Il primo tempo è una Pastorale iniziata dal violino solo, che espone il tema originale di otto battute, lo riprende per altre otto battute e lo varia in un'ulteriore ripresa conclusiva. Il pianoforte entra solo alla batt. 10 - cioè subito dopo la ripresa del tema da parte del violino - per svolgere esattamente il canone cancrizzante (ossia “a ritroso”) della parte violinistica. Segue un Tempo di Bourrée, nel quale l'antica danza francese mantiene tutta l'energia delle sue origini popolari senza perdere la dignità aulica della sua tradizione colta.
Tra le due parti strumentali si instaurano flessibili rispondenze contrappuntistiche in forme canoniche mobili.
Il terzo movimento è un Presto, leggerissimo, agile e brillante: si stabilisce subito un canone tra il violino e il pianoforte, dapprima per moto contrario, poi per moto retto (ma questa volta, diversamente dalla prima, è il pianoforte a proporre il canone); nella seconda metà del pezzo, il pianoforte riprende a imitare per moto contrario il violino, rispondendo a una battuta di distanza.
Il quarto e ultimo movimento è intitolato Variazioni. Un tema deciso affidato agli accordi del violino solo, costituisce lo spunto delle Variazioni, che sono sei e ognuna ispirata a un procedimento canonico: per moto retrogrado nella prima, per moto contrario nella seconda, “per augmentationem, contrario motu” nella terza (dove il violino tace e il pezzo assume un'eco del carattere doloroso e struggente del tastierismo bachiano), ancora per moto retrogrado (regolare "Canon cancrizans" di 16 battute) nella quarta, una espressiva, assorta Sarabanda.
Nel penultimo pezzo del finale, “Deciso, duramente”, gli accordi del violino esposti all'inizio delle Variazioni sono accompagnati dagli stessi accordi del pianoforte all'ottava inferiore (“Canon ad hypodiapason”). Chiude la serie, nella sesta Variazione, una combinazione tra gli accordi del pianoforte e un'ultima derivazione tematica in sincope del violino, piena di vigore e gagliardia.
Lo stesso tracciato viene ripercorso in forma strumentale ampliata nella versione orchestrale. La doppia, godibilissima Tartiniana seconda rappresenta in fondo soltanto un diversivo nel quale respirare aria tonale prima di tornare ad avventurarsi su un piano più speculativo, ma è opera di forte sapienza costruttiva e di severa concentrazione.
(Sergio Sablich in Luigi Dallapiccola, Edizioni L'EPOS, Palermo, 2004)

Gian Carlo Menotti Trio

Nel 1989 Menotti si accordò per comporre un nuovo lavoro per il trio Verdher. A causa degli intensi impegni organizzativi a Spoleto passarono diversi anni prima che potesse dedicarsi al progetto. Consegnò il manoscritto dei due primi tempi a New York nel 1995 e promise che avrebbe completato il lavoro per il Natale seguente. I primi due movimenti furono proposti in prima esecuzione assoluta dal Trio Verdher a Spoleto nel 1996, e Menotti promise il terzo movimento per il concerto celebrativo per il suo 85° compleanno alla Michigan State University nel settembre dello stesso anno. Così i musicisti del trio raccontano di quel pomeriggio precedente il concerto: “Il maestro Gian Carlo Menotti era al lavoro - un accanito, furioso lavoro - sull'ultimo movimento del Trio. Le note scorrevano dalla sua mano sulla carta da musica, e l'orologio ticchettava. La prima esecuzione era programmata per la sera stessa, solo alcune ore dopo. Noi aspettavamo per provare l'ultimo movimento, ma il Maestro non aveva ancora finito il pezzo!”. I musicisti lessero a prima vista direttamente dal manoscritto per la prova che seguì immediatamente.
Non nuovo a imprese del genere Gian Carlo Menotti paragonò spesso la figura del compositore a quella del rabdomante: “Il rabdomante è quella persona che ha il bastone e va alla ricerca dell'acqua: cammini con il tuo bastone, aspettando che il tuo bastone tremi. E vai, vai, vai... poi, il tuo bastone fa trrrrr. Allora tu sai che c'è l'acqua! Allora butti il bastone e cominci a scavare, a scavare, e, finalmente, trovi l'acqua”.
Il Trio, scritto in un trasparente linguaggio tonale, è una strana opera che, pur aderendo con levità alle grandi Scuole stilistiche del Novecento, da Prokofieff a Stravinskij (nei tempi estremi) e a Shostakovich (nella canzone lirica e melanconica del tempo lento), conserva l'iter fantasioso e imprevedibile della musica per la scena.

Renato Miani (1965) Sonata Notturna

Scritta per Carlo Teodoro, questa composizione si articola in quattro movimenti (In the dark, Serenata, Variazioni d'umore, Finale), ed è caratterizzata dall'utilizzo di moduli ritmici e melodici tipici della musica “non colta”, che si innestano su un'architettura composita che alterna rigore costruttivo ed empirismo. Dal punto di vista esecutivo è palese la rinuncia all'uso di nuove tecniche (che più così nuove non sono), per favorire un approccio più tradizionale allo strumento.

Osvaldo Coluccino Senza soglia

Dal punto di vista estetico-formale vedo questa composizione come scissa in tre sezioni, che si alternano e ritornano con varianti, tutte suscitando un dinamismo sui generis (controllato, frammentato, delicato, non edonistico … ): una prima sezione ove gli strumenti, nel registro acuto - o in un altro punto sussurrando - lavorano in intreccio contrappuntistico; una seconda sezione di costellati, puntillistici incastri di armonici, sostenuti da un letto di eterei effetti di cordiera del pianoforte e di altri cristallini oggetti; una terza sezione costituita da un arioso e sottile brulicare, ossia un brusio di spume, scintille, sibili, fruscii, lo stesso tappeto brulicante che chiude il brano. Una notevole privazione … manca la soglia. Tutto svicola dalla radice, va a scintillare, a danzare attorno al foro illusorio dell'accesso o dell'uscita, quale necessità di trapassare; ovvero è già entro, oltre la soglia, senza consapevolezza d'esserci. (Osvaldo Coluccino)

Luca Francesconi (1956) Insieme

Insieme è stato scritto per l'Ex Novo Ensemble nel 2014 su commissione del Teatro Massimo di Palermo. È un organismo, uno stesso corpo, con cinque volti differenti che si rifrangono in specchi sfasati. A volte vicinissimo altre volte distanti e frantumati.
Tutto nasce da un piccolo nucleo di note, anzi forse una sola, che è comune a tutti.
Nel frattempo a queste duplicazioni e rifrazioni si applica uno sviluppo, che trasforma la sostanza fino a raggiungere un discorso trasparente: solo alla fine i cinque strumenti si ritrovano a cantare, con la stessa voce, una melodia. (Luca Francesconi)


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Biografie dei Compositori
Commissioni e Prime esecuzioni per Ex Novo Musica 2017

Giovanni Albini (Pavia, 1982) è professore di Teoria, Ritmica e Percezione Musicale presso il Conservatorio di Trento, nonché professore a contratto presso l'Istituto Superiore di Studi Musicali di Pavia. È inoltre membro dell'Istituto di Studi Superiori dell'Università dell'Insubria Gerolamo Cardano per la classe di scienze fisiche, matematiche e naturali. Si interessa principalmente del legame tra composizione e matematica, di arte procedurale, di colonne sonore interattive e di intelligenze artificiali musicali. Sue composizioni sono state eseguite nei cinque continenti da prestigiose orchestre e rinomati interpreti; l'etichetta discografica olandese Brilliant Classics gli ha dedicato due cd monografici, "Musica Ciclica" e "Musica Sacra". Ha tenuto conferenze in varie istituzioni, tra le quali la Biennale di Venezia e l'università di Yale. Ha scritto per le pagine del mensile de Il Sole 24 Ore e per il Corriere Musicale ed è il direttore artistico del centro internazionale di musica contemporanea highSCORE New Music Center, che sotto la sua guida ha organizzato l'esecuzione di quasi duecento prime assolute. Ha inoltre lavorato al sound design di decine tra mostre, trailer, video commerciali, videogiochi e istallazioni artistiche.


Claudio Ambrosini, compositore veneziano. Ha composto lavori vocali, strumentali, elettronici, opere liriche, radiofoniche, oratori e balletti, eseguiti internazionalmente. Ha ripetutamente ricevuto commissioni da importanti Istituzioni, tra cui la RAI, La Biennale, la WDR, il Ministero della Cultura francese, Milano Musica, Grame. Le sue musiche sono state dirette, tra gli altri, da R. Abbado, Luisi, Masson, Muti, Reck, Störgards, Valade, nei programmi dell'IRCAM di Parigi, della Scala di Milano, delle Fondazioni Gulbenkian di Lisbona e Gaudeamus di Amsterdam, del Mozarteum di Salzburg, dell'Akademie der Künste di Berlino; della Stagione dei Münchener Philharmoniker, di "Perspectives du XX siècle" di Radio France, dell'Autunno Musicale di Varsavia e altri. A Venezia ha fondato l'Ex Novo Ensemble (1979), il CIRS (1983), il gruppo vocale Vox Secreta (2007). Nel 1985 è stato il primo musicista non francese ad essere insignito del Prix de Rome e a soggiornare a Villa Medici, nel 1986 ha rappresentato l'Italia alla Tribuna dei Compositori dell'Unesco, nel 2006 ha ricevuto il riconoscimento dell'Association Beaumarchais, nel 2007 ha vinto il Leone d'Oro per la Musica del presente della Biennale di Venezia, nel 2008 il Music Theatre Now Prize, nel 2010 il Premio Abbiati, nel 2015 il premio Play.It! per l'insieme del suo lavoro.


Alberto E. Colla, studia con Carlo Mosso presso il Conservatorio di Alessandria e si perfeziona con Azio Corghi all'Accademia di Santa Cecilia a Roma. Autore di oltre 120 composizioni, tra il 1996 e il 2015 vince tredici primi premi a concorsi di composizione internazionali. Colla predilige la realizzazione di ampi lavori sinfonici, interpretati da alcune tra le più celebri orchestre: Chicago Symphony, Los Angeles Philharmonic, Saint Louis Symphony, Albany Symphony, Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra del Mozarteum, Bayerischen Rundfunks, RAI, Santa Cecilia. Nel 2002 l'opera lirica Il processo viene messa in scena dal Teatro alla Scala e Luciano Berio gli commissiona un brano per l'inaugurazione dell'Auditorium di Renzo Piano a Roma. Nel 2003, il poema sinfonico Le rovine di Palmira viene eseguito a Chicago dalla Chicago Symphony diretta da Roberto Abbado e Starlights a Tallin dalla Estonian National Symphony diretta da Olari Elts. Nel 2006 la CEI gli commissiona un oratorio, eseguito dai complessi dell'Arena di Verona e nel 2009 avviene la prima esecuzione del concerto per clarinetto e orchestra, Concinnitherium, alla Biennale di Zagabria con l'Orchestra Sinfonica di Pechino. Nel 2011 scrive un nuovo brano per la Albany Symphony negli USA. Nominato compositeur associé dell'Orchestre National d'Île de France di Parigi dal 2012 al 2014, compone per questa orchestra tre lavori sinfonici tra i quali la Symphonie des Prodiges diretta da Enrique Mazzola alla Salle Pleyel nel 2013. Nel 2015 vince il Barlow Prize della Brigham Young University in Utah e riceve la commissione per la Ode by the Earth, che verrà eseguita dalla San Antonio Symphony, Utah Symphony e Beijing Symphony. Nel 2017 compone Delitto e dovere, opera lirica rappresentata al Festival di Spoleto e al Teatro Coccia di Novara. Edito da Casa Ricordi, è docente di ruolo in composizione presso il Conservatorio di Sassari.


Osvaldo Coluccino (Domodossola 1963), è compositore e poeta. Sue opere sono state commissionate da Teatro La Fenice di Venezia, Milano Musica, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Biennale di Venezia, Orchestra della Toscana, Compagnia per la Musica in Roma, I Pomeriggi Musicali di Milano e sono state eseguite in diversi festival. CD monografici sono stati pubblicati dalle etichette Col legno (Vienna), Neos (Monaco), Rai Trade (Roma), Another Timbre (Scheffield), Die Schachtel (Milano)... Le sue opere sono state eseguite da rinomati solisti, direttori ed ensemble come Algoritmo, Dedalo, Ex Novo, Geometrie Variabili, Icarus, Mdi, Nieuw, Quartetto d'Archi del Teatro La Fenice, Recherche e ne hanno scritto, fra gli altri, musicologi come Angela Ida De Benedictis, Angelo Foletto, Mario Messinis, Luigi Pestalozza e Paolo Petazzi. La sua musica è stata trasmessa dalle radio nazionali di Italia, Germania, Francia, Austria, Olanda, Belgio, Portogallo, Slovenia, Vaticano (SWR 2, ORF, Radio France-France Musique, BR-Klassik, Concertzender, RAI Radio 3, RTBF Musiq 3, RTP Antena 2, Radio Vaticana, Rai Filodiffusione) e da diverse altre emittenti. Alcune sue partiture sono pubblicate da RAI Trade. Ha anche svolto un'intensa attività di poeta fra il 1986 e il 2003, pubblicando (sino a oggi) quattro dei suoi otto libri e su prestigiose riviste letterarie. Hanno scritto sullasua poesia maestri della critica letteraria del Novecento come Stefano Agosti, Giuliano Gramigna e Giorgio Luzzi.


Azio Corghi, compositore, musicologo e didatta. Fino al 1950 ripartisce i suoi studi tra la pittura e la musica. Al Conservatorio di Torino studia pianoforte con Mario Zanfi e Storia della Musica con Massimo Mila. Dal 1962 frequenta il Conservatorio di Milano dove ha come maestri Bruno Bettinelli e Antonino Votto. Titolare della cattedra di perfezionamento in composizione presso l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia (1995-2007) ha svolto una assidua attività di insegnamento (Accademia Chigiana, Accademia Filarmonica di Bologna e all'Accademia Perosi di Biella). Ha curato, come musicologo, numerose revisioni di opere del passato, tra cui L'Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini e lavori di Antonio Vivaldi. Nel 1994 è stato nominato Accademico di Santa Cecilia. Corghi ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali per il suo lavoro, tra cui il premio del concorso "Ricordi-RAI" nel 1966, il premio S.I.A.E. per la Lirica nel 1992, il premio “Bindo Missiroli” della città di Bergamo nel 1998. Nel catalogo delle sue opere, rappresentate ed eseguite nei più importanti teatri e sale da concerto internazionali, figurano lavori destinati al teatro musicale, al balletto, all'orchestra sinfonica e a gruppi vocali e strumentali. Per i testi delle sue composizioni si è spesso giovato della collaborazione di José Saramago. Tra le sue opere recenti De paz e de guerra (Commissione Accademia di Santa Cecilia), ¿Pia? (Commissione Accademia Chigiana), Il dissoluto assolto (San Carlos di Lisbona e Teatro alla Scala di Milano). Nel 2007, in occasione del 25° anniversario della fondazione della Filarmonica della Scala, l'orchestra gli ha commissionato Poema Sinfonico.


Antonio Covello nasce a Cosenza nel 1985. Ha studiato composizione con Alessandro Solbiati, Markus Hechtle e Anna Zawadzka. Si è inoltre perfezionato frequentando i corsi tenuti nell'ambito della Composition Summer School 2015 (Lussemburgo) e dei Contemporary encounters by Meitar Ensemble (Tel Aviv) ed ha partecipato alle masterclasses tenute da Claudio Ambrosini, Frédéric Durieux, Ivan Fedele, Stefano Gervasoni, Heinz Holliger, Yasutaki Inamori, Mauro Lanza, Gabriele Manca, Giacomo Manzoni. Sue composizioni sono state trasmesse in Svizzera, Germania e Slovenia dalle emittenti radiofoniche RTS-Espace2, WDR3, e Radio Capodistria, incise su due dvd - Beethoven & risonanze e Progetto Dante - prodotti dal Centro culturale San Fedele di Milano e nel cd Frasi nella luce nascente (EMA Vinci) ed eseguite in Italia e all'estero in importanti Festivals e stagioni concertistiche. Tra gli interpreti di sue composizioni figurano l'orchestra della Musickhochschule di Colonia diretta da Alexander Rumpf, gli ensemble Meitar (Israele), United Instruments of Lucilin (Lussemburgo) diretto da Serge Kattenmeyer, Reconsil (Austria) diretto da Roland Freisitzer, Divertimento diretto da Sandro Gorli e Musagète (Italia), i pianisti Maria Grazia Bellocchio e Alfonso Alberti, il soprano Laura Catrani, il percussionista Dario Savron, i flautisti Renata Guzik e Daniele Ruggieri. Ha ricevuto commissioni dal Festival Pontino, da Gli Amici di Musica/Realtà, dagli Ensemble Divertimento, Ex Novo e Musagète. É fra i compositori selezionati per la Call for scores 2017 promossa dall'Ensemble Reconsil.


Michele dall'Ongaro ha studiato al Conservatorio di Roma perfezionandosi successivamente con Aldo Clementi. Nel 1975 è stato tra i fondatori del gruppo “Spettro Sonoro”, ensemble dedito alla musica contemporanea. Dal 1985 ha iniziato la sua collaborazione con Radio-Rai. Dal 2000 al 2015 è stato il dirigente responsabile della programmazione musicale di Radio3 e, dal 2008, sovrintendente dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Dal 2011 al 2016 è stato autore e conduttore del programma televisivo di Rai5 “Petruska”. È autore di saggi e testi dedicati alla musica e nel 1986 ha pubblicato l'analisi di tutte le opere di Giacomo Puccini. Ha collaborato, tra gli altri, con Luca Ronconi, Claudio e Daniele Abbado, Luciano Berio, Michele Serra, Stefano Benni, Alessandro Baricco. Dal 1993 al 1999 è stato consulente musicale del Romaeuropa Festival e dal 1996 al 1999 presidente di Nuova Consonanza. Dal febbraio 1999 al marzo 2001 è stato Curatore delle Attività Permanenti del Settore Musica della Biennale di Venezia, di cui è diventato poi consulente (2003-2004). È stato vicepresidente del “Centro Tempo Reale”, fondato da Luciano Berio. È membro del Direttivo dell'Accademia Filarmonica Romana, del Comitato scientifico della Fondazione “Claudio Abbado” e del Centro Studi “Luciano Berio”. Nel 2008 è stato nominato membro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, istituzione di cui è stato eletto Presidente nel 2015. Le sue opere sono pubblicate da Suvini Zerboni e raccolte in numerosi cd.


Antoine Fachard, nato negli Stati Uniti nel 1980, si è formato a Losanna dove ha studiato pianoforte e tromba al Conservatorio, lettere classiche presso l'Università. Nel 2013 ha conseguito alla Hochschule der Künste di Berna il Master in Composizione e Teoria. La sua musica esprime una sintesi delle idee filosofiche e dell'interesse per diverse tradizioni musicali che ha studiato e amato durante i suoi anni di apprendistato: i Presocratici, l'architettura classica, il serialismo, l'estetica e le teorie di Bartók, Stockhausen, Xenakis, la musica spettrale e il concetto di processo e di tempo che ne è all'origine. Ha ricevuto numerose commissioni, in Svizzera come all'estero, da parte di solisti e ensemble, tra cui: Lucerne Festival Academy Alumni, Proton, Makrokosmos, Lemniscate, Vortex, Arc-en-Ciel, Le Balcon, Konus Quartett, H2 Quartet, Quatuor Galatea. Fra le varie sedi in cui si sono eseguite le sue composizioni: KKL Lucerne, Dampfzentrale Bern, Basel Gare du Nord, PROGR, Zürich Theater Rigiblick, Zurich Walcheturm, Fonderie Kugler, Fondation Singer-Polignac (Parigi). Nel 2013 una giuria internazionale composta da Thomas Adès, Stefano Gervasoni, Philippe Hersant e Thierry Escaich gli ha consegnato il Primo Premio della Fondazione Lacour (Parigi).


Stefano Gervasoni ha iniziato a studiare composizione nel 1980 grazie al consiglio di Luigi Nono: questo incontro, così come quelli con Ferneyhough, Eötvös e Lachenmann, sono stati decisivi per la sua carriera. Dopo aver studiato presso il Conservatorio di Milano ha completato la sua formazione in Ungheria con György Ligeti nel 1990; ha seguito il Corso di Composizione e di Musica informatica dell'Ircam nel 1992. E' stato pensionnaire a Villa Medici nel 1995-1996. Ha ricevuto commissioni dalla WDR, dalla SWR, dall'OSNR, dal Festival d'Automne, da Radio France, dall'IRCAM, dal Ministero della Cultura francese, dalla Suntory Hall di Tokyo, dagli Ensemble: Intercontemporain, Modern, Contrechamps. Coronato di numerosi premi, tra cui il recente Premio della Critica Musicale “Franco Abbiati” (2010), il suo lavoro gli ha consentito di essere borsista della Fondation des Treilles a Parigi (1994) e del DAAD a Berlino (2006) e compositore in residence al Domaine de Kerguéhennec (2008-2010). È stato anche invitato come professore ai Darmstadt Ferienkurse, ai corsi della Fondazione Royaumont (Parigi), della Toho University di Tokyo, della Columbia University (New York) e della Harvard University (Boston). Dal 2006 è professore di composizione al CNSMD di Parigi.


Renato Miani ha studiato composizione con D. Zanettovich, ed ha seguito corsi di perfezionamento con F. Nieder e W. Rihm. Ha ottenuto vari premi in concorsi nazionali ed internazionali (Friburgo, Amsterdam, Vienna, Tolosa, Roma, Pescara, Perugia, Arezzo). Sue opere sono state eseguite, tra l'altro, a Vienna (Musikverein, Wiener Konzerthaus, Technischen Universität), Amsterdam (Gaudeamus Music-Week), Friburgo (Festival de Musique Sacrée), Salisburgo (Mozarteum), Klagenfurt (Konzerthaus), Spittal (Expan), Belgrado (International Rewiew of Composers), Camaguey (Encuentro de musica contemporanea), Venezia (Nuove musiche d'Europa e Cina, Ex Novo Musica, Teatro la Fenice, Biennale), Siena (ContempoPratoFestival), Udine (Teatro Giovanni da Udine, Amici della Musica, Festival di Musica Contemporanea) Gorizia (Premio Amidei) Cividale (Mittelfest) Pordenone (Giornata mondiale della poesia, Pordenonelegge) e trasmesse dalla RAI e da varie emittenti internazionali. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di Musica “J. Tomadini” di Udine. Ha insegnato presso l'Università di Udine ed è stato docente ospite al Mozarteum di Salisburgo.


Mauro Montalbetti, allievo di Antonio Giacometti, si è diplomato con lode in composizione presso il Conservatorio Verdi di Milano sotto la guida di Paolo Rimoldi e Irlando Danieli. É riconosciuto come uno dei compositori italiani più eseguiti e premiati della sua generazione, la sua musica è stata eseguita e commissionata in numerosi teatri e festival (Teatro alla Scala, Teatro la Fenice, Rai Nuova Musica, Milano Musica, Cantiere di Montepulciano, Gaudeamus Music Week, North/South Consonance New York, Steirische Erbst, Ex Novo Musica, Bang On a Can Marathon New York. É compositore in residenza per il periodo 2015-2017 presso la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e dal Settembre 2018 presso il VCC di Visby (Svezia). La sua musica è incisa per le etichette Deutsche Grammophon, Stradivarius, Cantaplupe, A simple lunch.


Fabio Nieder, compositore, pianista, direttore d'orchestra dalla doppia nazionalità italiana e tedesca; ha studiato composizione, pianoforte e musica da camera a Trieste rispettivamente con Giulio Viozzi, Roberto Repini, Dario De Rosa e Libero Lana, perfezionandosi poi con Witold Lutoslawski, Klaus Huber e Yannis Xenakis. In qualità di assistente al pianoforte ha collaborato stabilmente con Elisabeth Schwarzkopf, Alfredo Kraus, Petre Munteanu, Barbara Hannigan e molti altri. Fabio Nieder insegna composizione presso i conservatori di Amsterdam e di Trieste e in diverse accademie tra cui il Mozarteum di Salisburgo e la Harvard University di Boston. Ha inoltre tenuto corsi di perfezionamento per “Acanthes” a Metz e al “Bartók Seminar and Festival” in Ungheria. Compone brani per importanti ensemble e orchestre, tra cui Klangforum Wien, Ensemble Recherche, Nieuw Ensemble, Atlas Ensemble, Ives Ensemble, ÖENM, Orchestra Nazionale della RAI (Italia), WDR, SWR, SR (Germania). Alcuni dei più importanti interpreti della sua musica sono Heinrich Schiff, il Neue Vocalsolisten Stuttgart, Barbara Hannigan, Teodoro Anzellotti, Eduard Brunner, Ed Spanjaard, Emilio Pomarico, Myung-Whun Chung. Le sue opere sono presenti nei principali festival e istituzioni musicali, tra cui Berliner Festwochen, Wien Modern, Holland Festival, Huddersfield Festival (UK), La Biennale di Venezia, Milano Musica, Festival Présences (Parigi), Berliner Philharmonie, Tonhalle Zürich, Wiener Konzerthaus, Concertgebouw Amsterdam, Teatro La Scala.