Concerto 17


Domenica 18 dicembre 2016, ore 18.00
Teatrino di Palazzo Grassi


TASTI D'ARIA
SIAE Classici di Oggi

Con il sostegno di SIAE
In collaborazione con Palazzo Grassi - François Pinault Foundation

Luca Piovesan bajan

Luciano Berio (1925-2003)
Sequenza XIII “Chanson” (1995)

Filippo Perocco (1972)
Sul Tasto, intavolatura per fisarmonica (2010)

Andreina Costantini (1955)
Lotus (2016)
Commissione Ex Novo musica 2016. Prima esecuzione assoluta

Salvatore Sciarrino (1947)
Vagabonde blu (1998)

Pierluigi Billone (1960)
Mani. Stereos (2008)


SIAE - Classici di Oggi" è il progetto voluto dalla Società Italiana degli Autori ed Editori per ridare nuova vita alla musica colta contemporanea,
espressione di creatività autorale moderna, innovativa e sperimentale.
Con un fondo triennale, dal 2015, SIAE ha destinato un contributo per promuovere le eccellenze nazionali di questo settore:
ensembles, case discografiche e centri di produzione elettroacustica, selezionati attraverso uno studio sul territorio nazionale che ha rilevato le migliori realtà musicali.
Quest'anno, il progetto dà il benvenuto ad ulteriori altri protagonisti.
"SIAE - Classici di Oggi" è energia: non solo nelle iniziative e nei repertori, ma soprattutto nel desiderio di abbracciare ogni sfumatura della musica colta contemporanea.
Grazie al sostegno di SIAE il festival "Ex Novo Musica 2016" puo' continuare a svolgere la propria attivita' di produzione artistica.



La fisarmonica, tasti e aria, due tastiere unite da un cuore che respira, il mantice. Questo strumento, come pochi altri, somma le possibilità melodiche e polifoniche degli strumenti a tasto alla duttilità ed al controllo del suono degli strumenti ad aria. Questa sua peculiarità ha attratto l'interesse sempre crescente dei compositori del secondo Novecento e contemporanei, favorendo la creazione di musiche che hanno esplorato nuovi orizzonti tecnici e sonori. Le quattordici Sequenze di Luciano Berio, composizioni per strumenti soli ogni volta diversi rappresentano uno dei lati più caratteristici della personalità dell'autore: l'esplorazione delle individualità linguistiche di uno strumento, la possibilità di trasformare la materia in linguaggio e la costante presa di coscienza della corporeità di ogni strumento, che diventa fra le mani di Berio un personaggio: «Avevo già usato l'accordion in diverse occasioni, “nascosto” in gruppi strumentali e come tramite timbrico per diverse famiglie strumentali. L'incontro con Teodoro Anzelotti mi ha convinto ad avvicinarmi all'accordion come strumento solista e a fare i conti, quindi, con le esperienze popolari che lo abitano e che si riconoscono nella sua stessa fattura: penso alle melodie accompagnate delle gite in campagna e dei canti della classe operaia, ai night clubs, ai tanghi argentini e al jazz - che ha contribuito, più di ogni altra esperienza, a una ridefinizione dello strumento durante gli ultimi decenni. Con Sequenza XIII “Chanson” non mi sono certamente posto il problema di rendere omaggi, unificandoli, a tutti quegli antefatti. “Chanson” vuole essere solo l'espressione spontanea (una improvvisazione, un rondò?) del mio rapporto con l'accordion: “una memoria al futuro” (come direbbe Italo Calvino), di questo strumento in continua crescita.» Sul tasto (intavolatura per fisarmonica) è un adattamento di un brano scritto originariamente per un organo meccanico storico. Il titolo fa riferimento alla precisa sensibilità e controllo richiesti all'interprete, data la precarietà con la quale si produce questo tipo di suono. L'attitudine che il brano richiede si manifesta “sul tasto” controllandone la velocità di abbassamento e di rilascio dosando attentamente l'aria del mantice. Il materiale armonico è un omaggio a un Nonsense Madrigal di Ligeti. Scrive Perocco: «ho voluto usare la fisarmonica senza i filtri delle tecniche estese, immaginando allo stesso tempo una stereofonia poli-dimensionale; dita come cantor, ance come bocche.» Le stelle Vagabonde blu (“blue straggler”) sono stelle che all'indagine umana appaiono più giovani di quanto siano in realtà. Situate all'interno di ammassi globulari risultano più calde - da qui la colorazione blu - delle loro sorelle vicine, quando dovrebbero invece essere loro coetanee. Sfidano così le teorie standard dell'evoluzione astrale, secondo cui invecchiando le stelle evolvono prima in giganti rosse e poi in nane bianche, sempre più fredde e meno luminose. Loro seguono tutt'altra strada: vecchie anche 13 miliardi di anni, continuano ad apparire calde e brillanti come se fossero ancora bambine. Una possibile spiegazione, che toglie quel manto di poesia ma aggiunge un velo noir, è che le blue straggler ringiovaniscano perché risucchiano la massa di un'altra stella cui si accompagnano, in una sorta di vampirismo che le rafforza e permette loro di continuare a vivere più a lungo, svuotando invece la loro compagna. Sciarrino usa la fisarmonica per dipingere questa meraviglia cosmica, sfruttando la varietà dinamica e coloristica dello strumento. «Secondo me il fantasma della fisarmonica è sempre quello popolare. Se è amata dagli intellettuali è perché si porta sempre con sé un alone di sudore. D'altra parte è uno degli strumenti più diffusi come il flauto dolce, la chitarra o persino il pianoforte verticale, che il mondo dei concerti ufficiali ignora». Anche Mani.Stereos esplora il rapporto fisico tra la fisarmonica e l'interprete. «Ogni strumento musicale è diverso e il rapporto corpo - strumento si sviluppa in un modo particolare. Fondamentalmente questo rapporto resta sempre aperto, ed è sensibile al mutamento. Nell'accordeon, il corpo è completamente a contatto con lo strumento, si prolunga in un gigantesco polmone. Si tratta di un rapporto fisico unico e specifico. Proprio per la natura meccanica dello strumento talvolta il suono sembra accadere anche indipendentemente dall'atto del suonare, come se esistesse già prima e si conservasse al suo interno anche dopo. Così si è portati a immaginare il lavoro delle mani non solo un articolare-per-produrre ma anche e soprattutto un tastare-per-aprire e lasciare-apparire. In questo caso fare il suono diventa un essere-in-contatto: un ricevere e accogliere, e il tastare quindi un richiamare ed evocare. Le articolazioni più consuete, che sono certo la ricchezza tecnica ed espressiva tradizionale dell'accordeon, vengono abbandonate, e sostituite da forme dinamiche diverse: gradi di energia in un suono o in aggregati complessi e instabili. È un mutamento di atteggiamento che genera e richiede inevitabilmente anche un parziale mutamento della tecnica manuale. A questo punto, per orientarsi nelle differenze e nelle dinamiche ovviamente non serve certo un trattato di armonia....invece il corpo deve richiamare tutta l'esperienza e la consapevolezza del contatto con un'energia in movimento: le masse, i fluidi e quindi anche il vento, l'energia delle onde, le differenze di calore, luce etc. ma anche la pratica dell'essere in movimento e dei ritmi del mondo meccanico. Mani.Stereos oscilla così tra il vuoto e un'ininterrotta energia esplosiva.»
(Luca Piovesan)

Andreina Costantini Lotus (2016)

Come il fiore di loto ,celebrato in tutte le culture e religioni orientali per la sua dualità tra la bellezza del fiore emergente e le radici che si alimentano nell'acqua melmosa dello stagno, è metafora della duplicità/dualità della natura umana anche questo brano presenta sonorità oscure e indefinite, al limite della percezione, che si alternano a sonorità brillanti e cangianti ,di grande virtuosismo. Il brano, ispirandosi alla struttura del concerto barocco, propone, dopo una breve introduzione, l'alternanza di tre movimenti veloci e brillanti, a due adagi di carattere lirico e meditativo. Le sezioni sono però trattate con organicità e si compenetrano fin quasi a sembrare l'una l'ombra dell' altra.
(Andreina Costantini)