Concerto 11


Giovedì 24 novembre 2016, ore 20.00
Gran Teatro La Fenice, Sale Apollinee


PRIME ESECUZIONI ASSOLUTE
SIAE Classici di Oggi

Con il sostegno di SIAE


Ex Novo Ensemble

Daniele Ruggieri flauto
Davide Teodoro clarinetto
Carlo Lazari violino
Mario Paladin viola
Carlo Teodoro violoncello
Aldo Orvieto pianoforte

Mario Pagotto (1966)
Musiche archetipiche (2016) per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte (*)
“(false) partenze” - “stato di agitazione” - “animus” - “energia e vitalità”

Paolo Furlani (1964)
Riflessi d'architetture liquide (2016) per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte (*)

Hans-Henrik Nordstrøm (1947)
Musica dell'acqua (2016) per flauto, clarinetto, violino, violoncello
Scritto con il supporto della Danish Arts Foundation
Prima esecuzione assoluta

Dimitri Scarlato (1977)
Reconstruction (2016)per violino, violoncello e pianoforte. (*)

Raphaèle Biston (1975)
Lignes de fuite (2016) per flauto (anche ottavino), clarinetto (anche basso), violino, violoncello e pianoforte (*)

Michele Dall'Ongaro (1957)
Spin-off (2016) per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte (*)

(*)= Commissioni Ex Novo Musica 2016, prime esecuzioni assolute.


Mario Pagotto Musiche archetipiche (2016) L'ideazione del brano prende liberamente spunto dalle intuizioni contenute nelle teorie psicanalitiche di Carl Gustav Jung, nelle quali ci si riferisce all'archetipo come ad una forma di rappresentazione mentale primaria, parte dell'inconscio collettivo. Secondo Jung, non è possibile fare un'indagine cognitiva dell'archetipo poiché lo si può conoscere solo attraverso manifestazioni simboliche: i sogni, i sintomi nevrotici, le visioni, l'arte, i miti, le religione e le fiabe etc. La musica, la più astratta delle arti, vive di rappresentazioni archetipiche; indefinibili e sfuggenti ai comuni processi logici cognitivi, sostituiti da altri processi proprî, è una delle più efficaci forme di rappresentazione artistica di tali entità simboliche, e in generale di rappresentazioni emotive allo stato archetipale. Il brano è diviso in diversi movimenti, ciascuno dei quali finge una rappresentazione archetipale, libera, arbitraria e fantasiosamente svincolata rispetto alle classificazioni junghiane. Il materiale musicale da cui viene elaborata la composizione deriva da un'unica struttura armonica (una concatenazioni di triadi, forse l'archetipo musicale per eccellenza), sottoposta incessantemente a principi di elaborazione, permutazione e alterazione. (Mario Pagotto)

Paolo Furlani Riflessi d'architetture liquide (2016)

Come un pittore, con gli occhi bene aperti, ma anche con un bagaglio di forme e di colori ben sedimentato nella memoria, ho assemblato delle piccole tessere musicali, fatte di poche note, regolari, “quadrate”, giocando a combinarle tenendo conto delle distorsioni generate dai riflessi dell'acqua, che sciolgono la regolarità delle facciate dei palazzi veneziani, se visti da un canale (come nei dipinti veneziani di Turner e di Monet). L'architettura - come simmetria ed equilibrio della struttura formale - si lascia fecondare dalla libera fluidità della pittura, dai guazzi dell'acquerello e dalla scioltezza dell'olio. L'architettura sonora fatta di piccole pennellate affidate al colore dei diversi strumenti musicali sembra galleggiare sulla superficie dell'acqua che riflette, sciogliendolo, un mondo solido, costruito. Questo gioco combinatorio, in cui piccoli elementi fluidi sembrano costruire delle architetture sonore fluttuanti, ha dato vita a tre piccoli movimenti. Nel primo movimento un tema liquido del clarinetto, col suo profilo oscillante tra arpeggi e tonalità lontane, si staglia dal fluido contesto, con successive trasformazioni liquescenti. Segue un episodio che dal grave, a ondate successive, ci riporta al primo tema. La combinazione tra le due diverse modalità si sviluppa, innalzandosi ampia e piena di luce. Ritorna l'episodio che dal grave, a ondate successive, riporta frammenti del primo tema, sempre più concitati, fino alla chiusura, dove la testa del tema, allargata, si spande, liquida e luminosa; il secondo movimento è un Adagio acquatico, fluttuante, come un ampio riflesso sull'acqua, che trasformandosi si intorbidisce, con onde più dense che, alla fine, si sciolgono in una melodia intensa; conclude il brano un Allegro capriccioso, in cui vari riflessi, tematici, colorati dal timbro degli strumenti e dalle combinazioni armoniche, si scontrano, generando piccoli episodi, dove, come ondate successive, un colore, uno strumento musicale, volta a volta sembrano prevalere. Lo spumeggiante ondeggiamento si combina alla fine in un gioioso gioco d'acque, dove la luce si irradia tra i mille riflessi di onde e gocce baluginanti. (Paolo Furlani)

Hans-Henrik Nordstrøm Musica dell'acqua (2016)

Come molte altre opere di Hans-Henrik Nordstrøm anche Musica dell'acqua, brano scritto nel 2015 per i musicisti dell'Ex Novo Ensemble, prende ispirazione da fascinazioni per fenomeni naturali e visioni immaginifiche di paesaggi, cui l'autore si riferisce facendo correre la memoria ai suoi molti viaggi in ogni parte del mondo. Pur trattandosi di musica molto efficace nel suscitare emozioni, talvolta di carattere contemplativo, e sempre interessata ad indagare le più segrete sensibilità dell'animo umano, mantiene una sua originale cifra armonica che la avvicina alla tradizione nordica della prima metà del XX secolo. Le tecniche di stratificazione dei materiali, il lavoro sul timbro e sui suoni peculiari degli strumenti rendono la musica di Nordstrøm un interessante coacervo stilistico di elementi, anche molto diversificati, che realizzano una struttura formale di grande plasticità armonizzandosi felicemente nel disegnare il mondo sonoro ed espressivo vissuto dall'autore.

Dimitri Scarlato Reconstruction (2016)

Si possono percorrere varie strade e farsi affascinare da tutto ciò che s'incontra per poi fermarsi a costruire la propria dimora. Si osserva ciò che ci circonda, si cerca di assimilare le varie realtà con cui veniamo a contatto e di inglobarle nel nostro quotidiano. Aggiungiamo piani alla nostra dimora, l'abbelliamo, ma si regge sempre sulle stesse fondamenta, che non sono più solide come una volta. Reconstruction esprime la necessità artistica, dell'autore, di buttare giù le fondamenta della propria dimora “stilistica” e di “ricostruire” su nuove basi il proprio linguaggio musicale, pur sempre memore dell'esperienze acquisite. Smantellando le mie sicurezze musicali arrivo ad un “punto zero”, da cui poggiare le basi per una nuova dimora. (Dimitri Scarlato)

Raphaèle Biston Lignes de fuite (2016)

In questa nuova partitura mi sono interessata ai diversi tipi di pulsazione, regolare, in accelerando o in rallentando.
La contrapposizione di elementi in accelerando con elementi in rallentando a velocità differenti, crea delle figurazioni che inducono una diversa percezione del "tempo”.
Per contrasto, la parte centrale sembra fissarsi su una pulsazione ostinata (pizzicato nell’estensione acuta del violino) con la quale vengono a confronto un certo numero di elementi di disturbo che finiscono per esaurirne l’energia.
L’idea della velocità variabile delle pulsazioni torna nella terza parte, colorata da sonorità più vicine al rumore che lasciano percepire maggiormente la meccanicità dell’ossatura ritmica, o, al contrario, la sfumano con sonorità più sinuose e meno scandite. [Raphaèle Biston]

Michele Dall'Ongaro Spin-off (2016)

Wikipedia ci dice che lo spin-off è, «nel mondo dei media, un film, una fiction televisiva, un fumetto, un romanzo o un videogioco ricavati elaborando elementi di sfondo di una serie o di un'opera precedente (o traendo spunto da uno dei suoi personaggi)», allo stesso modo questa partitura si ispira ad alcuni elementi e figure di Zero, opera scritta per l'anniversario della fondazione dell' Ex Novo Ensemble: una specie di documentario virtuale. Proprio dai personaggi di questo documentario, dai loro gesti che il brano prende spunto per sviluppare situazioni e possibilità fino a quel momento solo accennate o marginali. (Michele dall'Ongaro)