Concerto 15


Gran Teatro La Fenice Sale Apollinee

In collaborazione con Ateneo Veneto


Fortissimo nel mio cuore!


SIAE Classici di Oggi Progetto Musica Colta Contemporanea
In collaborazione con Archivio Luigi Nono

«il WINTERREISE di F. Schubert, p - fff - ppp - f -
ppppppp - fffff nel mio cuore»
(Luigi Nono, 1987)


Monica Bacelli mezzosoprano
Sandro Cappelletto voce narrante
Aldo Orvieto pianoforte
Alvise Vidolin regia sonora

Franz Schubert (1797-1828)
Andantino dalla Sonata in la maggiore D959 (settembre 1828)

Luigi Nono (1924-1990)
,,, sofferte onde serene … (1976) per pianoforte e nastro magnetico

Franz Schubert (1797-1827)
da Winterreise D 911 (1827/8, su testi di Wilhelm Müller)
Gute Nacht --.Die greise Kopf - Der Wegweiser - Die Nebensonne - Der Leirermann.

Luigi Nono (1924-1990)
La fabbrica illuminata (1964) per voce femminile e nastro magnetico

Franz Schubert (1797-1827)
da Schwanengesang D957 (1828, su testi di Heinrich Heine)
Am Meer - Der Doppelgänger



Nell' “aggredire” - quasi sfacciatamente - il dramma del vivere e nel combattere ostinatamente per i proprî ideali, Luigi Nono è stato un artista che ha saputo esprimere un messaggio limpido, fermo e a tratti intransigente. Ma in Luigi Nono vi è anche l'uomo dell'estrema dolcezza, delle parole di Cesare Pavese che concludono La fabbrica illuminata: «passeranno i mattini / passeranno le angosce / Non sarà così sempre / Ritroverai qualcosa»(1964). Estrema dolcezza, un aspetto non pubblico, per questo forse meno indagato, ma non meno pregnante per giungere al cuore del suo messaggio artistico: «La trasgressione. […] Ciò che spinge verso altri spazi, altri cieli, altri sentimenti umani, all'interno e all'esterno, senza dicotomia» (Luigi Nono,1983). E dunque, con la sua musica, quella di Franz Schubert, un musicista che non ha scadenze, non ha vincoli, non deve rendere conto ad alcuno se non a se stesso delle scelte espressive che compie, anche le più radicali; un musicista che si avventura con lucidità lungo il crinale dell'individualità inviolabile: «voglia di mondi più belli / riempire gli spazî oscuri / d'un immenso sogno d'amore» (Franz Schubert, 1823). É Schubert a dare voce per la prima volta alle ansie, ai desideri, alle solitudini e alle perdute dolcezze che prova un essere umano quando si sente estraneo, straniero al mondo che lo ospita. É questo il percorso del Viaggio d'inverno, il ciclo di Lieder che Luigi Nono amava sopra tutti. Ci sono molti, profondi motivi, di musica e di affetti, per fare incontrare i due creatori in un concerto loro dedicato.