Concerto 13


Domenica 6 dicembre 2015, ore 20.00
Gran Teatro La Fenice Sale Apollinee

Alzarsi in volo


SIAE Classici di Oggi Progetto Musica Colta Contemporanea



«Il “ragtime” dell'Histoire è un ritratto
concertistico, o fotografia del genere, nello stesso
senso in cui le Valses di Chopin non sono valzer
di danza ma ritratti di valzer.»
Igor' Stravinskij

«Ma il canto popolare ha per noi l'immediato
valore di uno specchio musicale del mondo,
di una melodia primordiale che cerca poi la
sua adeguata visione di un sogno, e la esprime
in poesia.»
Friedrich Nietzsche



Valentina Caladonato soprano
Sandro Cappelletto drammaturgia e voce recitante

Ex Novo Ensemble

Daniele Ruggieri flauto
Davide Teodoro clarinetto
Carlo Lazari violino
Carlo Teodoro violoncello
Aldo Orvieto pianoforte

Igor' Stravinskij (1882-1971)
L'histoire du Soldat, Suite dal balletto(1918), versione dell'Autore per clarinetto, violino e pianoforte
Marche du Soldat - Le Violon du Soldat - Petit Concert - Tango/Valse/Rag -
La Danse du Diable

Azio Corghi (1937)
Alzarsi in volo (2015) per soprano, voce recitante, flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte.
Letture di Sandro Cappelletto tratte da Il grande balipedio (1969) di Carlo Della Corte.
Commissione Ex Novo Musica 2015. Prima esecuzione assoluta.



Igor Stravinskij (1882-1971) L'histoire du Soldat, Suite dal balletto

Sopherl! Sopherl! Sterbe nicht! Bleibe am Leben für unsere Kinder! (Sofia, Sofia, non morire! Resta in vita per i nostri figli!). Queste le ultime parole dell'arciduca Francesco Ferdinando, dopo essere stato colpito dalla Browning FN, calibro 7,65, di Gavrilo Princip; due spari, il primo destinato alla moglie Sophie, il secondo all'erede al trono degli Asburgo. Era il 28 giugno 1914. Se l'autista dell'arciduca non avesse sbagliato strada, non fosse stato costretto a fermarsi, a ingranare la retromarcia e a procedere molto lentamente, il ventiquattrenne attentatore serbo avrebbe avuto tutto quell'agio per prendere la mira e uccidere? La Prima Guerra Mondiale sarebbe iniziata? Appena scoppia, Igor' Stravinskij lascia Parigi e si trasferisce con la famiglia nella neutrale Svizzera. A Losanna il 28 settembre 1918 - quando il conflitto sta per finire - debutta L'histoire du soldat. Il soldato, che sa suonare il violino, ha quindici giorni di licenza e vuole tornare al suo villaggio per abbracciare mamma e fidanzata. Travestito da vecchio signore che va a zonzo per la campagna con il retino per acchiappare farfalle, gli appare il diavolo che, naturalmente, vuole la sua anima, cioè il violino, e gli propone di barattarlo con un libro magico, capace di dare tutte le risposte. «Per quanto tempo?», chiede il soldato. «Soltanto tre giorni», risponde il diavolo. Diventeranno tre anni, succederanno molte cose, ma l'ultimo numero della partitura non lascia dubbi: Marcia trionfale del diavolo. Ricorrendo agli elementi narrativi della favola, Stravinskij esorcizza l'orrore della guerra, sembra rimuoverlo, eppure, nella vittoria finale del diavolo e nella dannazione del soldato che perde tutto, obbliga a ricordarlo. Tre anni? Ne sono passati altri cento e diavoli e soldati continuano a fare il proprio mestiere. Ode alla gioia: «Abbracciatevi, moltitudini! / Questo bacio al mondo intero! / Fratelli, sopra la volta stellata / deve certo abitare un padre amorevole». (Sandro Cappelletto)



Azio Corghi Alzarsi in volo

Come “accompagnare musicalmente” le letture di Sandro Cappelletto tratte da Il grande balipedio di Carlo della Corte? Siamo di fronte a un testo che racconta gli orribili eventi della prima guerra mondiale attraverso il vissuto del protagonista: il colto e disincantato “tenente Germano Bandiera”. Nome e cognome ironicamente parlanti, tre termini che nelle letture vengono (altrettanto ironicamente) scomposti e ricomposti nei vari rapporti che il personaggio ha con i suoi interlocutori. La “collocazione infernale” degli avvenimenti influisce sul linguaggio musicale adottato: a un ossessivo andamento atonale, cupo, lacerato da gesti violenti di derivazione “scuola viennese”, si contrappone la componente a-eroica, manifestazione dell'insensatezza del tutto, provocatoriamente “tonale” della canzone italiana d'epoca. Dal “ricordo cantato” di una promessa d'amore - con l'incerta speranza del “se torno ti sposo” - si procede verso il rifugio affettivo creato dalla citazione di Anna Achmatova:

“Tutti quelli che veramente amavi, vivi per te resteranno”.

Infine la “catarsi” dell'immedesimazione del protagonista con un passero capitato nel mezzo di un attacco nemico: un evento nel quale Germano Bandiera entra annullando se stesso, per vedere finalmente il mondo, così come lo vedono e lo sentono quelle creaturine vive che non percepiscono i movimenti convulsi imposti alla storia. Allora, invece di stare là, come cavia, in un campo di tiro al bersaglio in cui si sperimentano modi di morire, si cerca una via di fuga dal lerciume della trincea: ci si alza in volo.

A Carlo Seyta, mio nonno, morto nella guerra 1915-18.
Azio Corghi Guidizzolo, luglio 2015