Concerto 2


Giovedì 24 settembre 2015, ore 19.00
Fondazione Giorgio Cini, Sala degli Arazzi

Massimo Cacciari e Luigi Nono:
una tratto della storia della Musica del Secondo Novecento

colloquio tra Gianmario Borio, Mario Messinis, Veniero Rizzardi,
Nuria Schönberg Nono, Alvise Vidolin



Giovedì 24 settembre 2015, ore 20.00
Fondazione Giorgio Cini, Sala degli Arazzi

Risonanze erranti

SIAE Classici di Oggi Progetto Musica Colta Contemporanea
In collaborazione con Archivio Luigi Nono, SaMPL (Sound and Music Processing Lab)
e CSC (Centro di Sonologia Computazionale) dell'Università di Padova

«Il silenzio.
È molto difficile da ascoltare.
Molto difficile ascoltare, nel silenzio, gli altri.»
Luigi Nono

«Udibile-inudibile, luce e cecità. Il silenzio assorda.
Posizionarci nel mezzo comporta per noi un allungarsi al confine della follia.
Ma anche della conoscenza.»
Salvatore Sciarrino

Katarzyna Otczik contralto
Daniele Ruggieri flauto e ottavino
Daniele Spano tuba

Art Percussion Ensemble
Arrigo Axia, Marco Buffetti, Riccardo Nicolin, bongos
Francesco Biolcati, Paolo Ius, campane sarde
Mattia Basi, crotali

Marco Angius direttore
Alvise Vidolin regia del suono
Luca Richelli live electronics

Con gli allievi del Corso SMUG (SaMPL per la Musica Giovanile) 2015:
Davide Gagliardi, Alessandro Laraspata, Marco Matteo Markidis, Valerio Montecchio, Daniele Pozzi, Giovanni Salice

Fabio Nieder (1957)
27 Haidenburger Vogellaute (2011/5) Isoformen per ottavino ed elettronica
Voci elaborate su fixed media eseguite dal Thümmel Ensemble del Conservatorio “C. Pollini” di Padova diretto da Marina Malavasi
Prima esecuzione assoluta

Luigi Nono (1924-1990)
Risonanze erranti. Liederzyklus a Massimo Cacciari, per mezzosoprano, flauto, tuba,
sei percussionisti e live electronics (testi di Ingeborg Bachmann e Herman Melville) (1986)


Luigi Nono Risonanze erranti. Liederzyklus a Massimo Cacciari,

Risonanze erranti, composta nel 1986 ebbe la sua prima esecuzione nel marzo dello stesso anno a Colonia a cui seguirono altre due esecuzioni, Torino 1986 e Parigi 1987, prima di arrivare alla versione definitiva. Questo lavoro si configura come la prima tappa di un ciclo di Lieder che doveva svilupparsi in parallelo ai post-prae ludi ( il n. 1 “per Donau” e il n. 3 "BAAB-ARR"), composizioni ideate “prima” di Prometeo. Tragedia dell'ascolto (1984-85), ma realizzate “dopo” e strettamente legate al virtuosismo dei suoi solisti-collaboratori. Il lavoro è dedicato a Massimo Cacciari che ha curato i testi di Prometeo e di molti altri lavori di questo periodo, oltre ad aver condiviso con Nono lo sviluppo di una nuova fase creativa a cavallo degli anni '80 del secolo scorso. In Risonanze erranti, Nono utilizza frammenti di testi di Herman Melville, soprattutto dai battle - pieces and aspects of the war (1866) e di Ingeborg Bachmann (Keine Delikatessen, 1963) con Echi musicali del passato tratti da Guillaume de Machaut (Lay de plour), Josquin Desprez (Adieu mes amours) e Johannes Ockeghem (Malheur me bat). Alterna forti contrasti dinamici nelle percussioni con colpi secchi dei bongos e dei crotali che diventano carezze sonore quando i percussionisti sfiorano con le mani la superficie rugosa delle campane di pastori sardi, la pelle dei tamburi, i dischi di metallo dei crotali. Queste sonorità subliminali vengono ulteriormente moltiplicate e proiettate nello spazio acustico attraverso l'elettronica, con un banco di 8 echi elettronici caratterizzati da una precisa struttura ritmica asimmetrica nella sua ripetizione iterata: nelle parole di Nono, suoni erranti nello spazio vero strumento componente sempre più in attesa. In maniera analoga la voce si interpola con il flauto/ottavino e la tuba, confondendosi a vicenda, esplodendo in sforzatissimi a cinque ƒ per sparire nel silenzio sonoro dei pianissimi a sei p, alternando gesti esasperati a rassegnati abbandoni in cui la parola adieu, da Desprez, si allontana nello spazio come fosse lanciata verso l'infinito. (Alvise Vidolin)

Fabio Nieder 27 Haidenburger Vogellaute (2011/5) Isoformen per ottavino ed elettronica

27 Haidenburger Vogellaute nella nuova versione è un´installazione sonora e visiva per uccelli in voliera, richiami di uccelli preregistrati, ottavinista, 3 ottavini preregistrati, coro d'uomini invisibile, accordeon o organo o synthesizer e regia del suono. L´ottavinista in gabbia o voliera suona assieme ai veri uccelli anch´essi nella stessa voliera. Lei o lui ottavinista/donna/uomo/uccello è in gabbia prigioniera/o ma libera/o di suonare i 27 richiami nell'ordine che desidera al momento, sempre il più veloce possibile. Il suo “doppio”, i tre ottavini preregistrati, sono invece espressione di una rigorosa struttura contrappuntistica che utilizza gli stessi richiami che l'ottavinista suona dal vivo con libertà improvvisativa. Lo strato preregistrato mostra come i singoli richiami siano in realtà inseriti in un sistema di imitazioni e influenze reciproche. Così come capita nel mondo degli uccelli e degli esseri umani, questi richiami sono il risultato di influenze da parte di altri individui dovute a mutazioni di paesaggi armonici e intervallari. I 27 richiami di Haidenburg sono suddivisi in: 8 richiami d'allarme, 3 richiami d´attacco, 2 richiami sessuali, 2 richiami di disturbo, 6 richiami di fuga, 2 canti dell'uccello del paradiso, 2 richiami di difesa del territorio e 2 richiami del nido. Gli uccelli veri invece hanno il loro “doppio” nei richiami di veri uccelli preregistrati, uccelli che ovviamente non si vedono. Infine tutta questa volta celeste appena descritta, questo cielo pieno di voli inaspettati e di stormi di contrappunti, ha il suo doppio nel suono oscuro, più lento e più piano possibile di un coro maschile invisibile a tre parti sostenuto da un accordeon o organo o synthesizer che risuona sotto i piedi degli ascoltatori. È questo come un respiro lento e misterioso della terra. Come l'onda lenta di una scossa tellurica. Il materiale armonico e intervallare del coro maschile è lo stesso che da vita ai richiami degli uccelli ma qui irriconoscibile tale è la diversità di esecuzione. I due mondi non si toccano mai. Essi sono spazializzati da uno “split” che separa il cielo dalla terra, la luce dall'oscurità, la velocità dalla lentezza, il forte dal pianissimo. Sia gli stormi di contrappunti dei tre ottavini preregistrati che i respiri del coro d'uomini invisibile e anch'essi preregistrati vengono distribuiti liberamente nello spazio dal regista del suono che qui ha una importante funzione creativa/compositiva. Questo lavoro di pre-produzione è stato realizzato dal laboratorio SaMPL del Conservatorio di Padova come pure la spazializzazione elettronica del suono dei due mondi la quale segue questo principio creativo che di volta in volta, a seconda di spazi diversi, deve poter riprodurre la filosofia di questo universo sonoro. (Fabio Nieder)