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Sabato 18 ottobre 2014, ore 20.00
Teatrino di Palazzo Grassi

ALGARIO VENEZIANO



Concerto dedicato alla memoria di Enrico Camplani con una mostra di cataloghi,
libri d'arte e manifesti da lui curati per Studio Tapiro

Col sostegno di "Pro Helvetia" Fondazione svizzera per la cultura.
In collaborazione con Palazzo Grassi - François Pinault Foundation e Studio Tapiro

Ex Novo Ensemble
Davide Teodoro clarinetto
Mario Paladin viola
Annunziata Dellisanti percussioni
Alvise Vidolin regia sonora

Preludio critico di Cesare De Michelis

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Luciano Berio(1925-2003)
Naturale «Azione musicale su melodie siciliane» (1985-86), per viola, marimba, tam-tam, rototom e voce registrata

Gérard Zinnstag (1941)
Tahir (2014) per viola e percussione
Commissione Ex Novo Musica. Prima esecuzione assoluta

Claudio Ambrosini (1948)
Algario (2013), piccola antologia subacquea per clarinetto, viola e percussione
Commissione Ex Novo Musica, Prima esecuzione assoluta della versione completa

Libro primo
1. Laguna Nord. Alghelonghe, Fili fini
- (Chaetomorpha linum, Gracilaria confervoides, Cystoseira barbata, Scytosiphon)
2. Rio de l'Acqua Dolce. Pontaspilli, Recie de cunicio
- (Bryopsis, Dictyopteris mebranacea)
3. Valleselle sopra vento. Cervèlo de brómbole
- (Valonia aegagropila)
4. Palude dei laghi. Anime
- (Stictyosiphon adriaticus)
5. Rio del Mondo Novo. Giustacuori
- (Ceramium ciliatum)
6. Rio del Brusapiombo. Lengue de fogo
- (Halymenia Floresia)
7. Fondi dei Sette Morti. Bombàso zalo
- (Giffordia sandriana)

Libro secondo
8. Laguna Est, Valle Grassabò. Sanguaccio, Porporine
- (Porphyra Atriopurpurea, Grateloupia Doriphora, Rhodymenia ardissonei)
9. Rio de la Fornace. Alghe fiappe
- (Ulothrix pseudoflacca, Ulothrix consociata, Ulothrix subflaccida)
10. Laguna ovest. Caveazzi, Zatine bele
- (Gracilaria longa, Chaetomorpha linum, Corallina officinalis)
11. Rio dei Scoacamini. Corallo moro
- (Chondracanthus acicularis, Chondria coerulescens)
12. Rio dei Lustraferi. Paglietta, Scovolin
- (Antithamnion pectinatum, Polysiphonia morrowii, Desmarestia viridis)
13. Canal dei petroli. Man del diavolo
- (Gymnogongrus, Codium tomentosum, Codium fragile, Fucus virsoides)
14. Rio de le Carampane. Foulards (Strazze de vero), Corallin dorà fin, Nastrini, Ventaglietti
- (Porphyra leucosticta, Asperococcus fistulosus, Petalonia fascia, Enteromorpha
compressa, Zostera marina, Dictyota dichotoma, Anotrichium furcellatum)
15. Bacino San Marco, Monumento alla partigiana. Lame nere, Pavegia de mar
- (Undaria pinnatifida, Nithophyllum punctatum)


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L'atto poietico della creazione musicale può trarre spunto dalle occasioni più diverse.
L'ambiente naturale
- il mare, il vento, le tempeste, gli uccelli -
ha ispirato moltissima musica a programma, senza discontinuità nei secoli.
Tuttavia ancora nessuno si era soffermato sui vegetali subacquei,
discreti colonizzatori degli abissi, capelli di sirene.



Luciano Berio Naturale «Azione musicale su melodie siciliane» (1985-86)

L'atto della trascrizione, come quello della traduzione, può implicare tre diverse condi­zioni: una identificazione del compositore con il testo musicale originale, l'assunzione del testo come pretesto di sperimentazione e, infine, la sopraffazione del testo, la sua decostruzione e il suo abuso filologico. Penso che si dia una soluzione ideale quando queste tre condizioni coesistono. È solo allora, credo, che la trascrizione diventa un atto realmente creativo e costruttivo. Naturale, scritto tra il 1985 e il 1986 per Aldo Bennici e l'Aterballetto, è un pezzo concepito per la danza ed è in parte derivato da un lavoro più complesso del 1984 (Voci, per viola e due gruppi strumentali), dove viene posto, ap­punto, il problema della convergenza di quelle tre condizioni.
I testi originali di Naturale sono canzoni siciliane commentate dalla voce di Celano, forse l'ultimo vero cantastorie siciliano, che ebbi il privilegio e la fortuna di incontrare (e registrare) a Palermo nell'esta­te del 1968. Sono profondamente grato ad Aldo Bennici per avermi fornito i documenti originali: canti di lavoro, d'amore, ninne nanne. La voce di Celano si inserisce nel percor­so strumentale della viola, cantando invece delle abbagnate (canti di venditori ambu­lanti) di rara intensità. Con Naturale, come già con Voci, spero di contribuire a sollecitare un interesse più approfondito per il folklore musicale siciliano che, con quello sardo, è sicuramente il più ricco, complesso e incandescente della nostra cultura mediterranea.
(Luciano Berio)


Gérard Zinnstag Tahir (2014)

Tahir esiste in tre versioni differenti: la prima versione, commissionata dallo stato francese, è stata scritta per viola solista, orchestra d'archi e piccola percussione. La prima assoluta avvenne nel 1996 a Lyon ad opera del violista greco di origine turca Dimitrios Polisoidis e dell'Orchestre des Pays de Savoie sotto la direzione di Mark Foster. La seconda versione, scritta nel 2013 in accordo con il violista francese Christophe Desjardins, è una versione ad organico ridotto per viola, quartetto d'archi e percussione. La terza versione, quella che verrà presentata questa sera, è una recente commissione dell'Ex Novo Ensemble per viola solista e percussione.
Tahir è una musica ispirata ad alcuni modi della musica classica turca: Sedaraban, Evcara, Neva, Karcigar, Uzzam. Fa parte di un ciclo di tre fantasie “orientali”: Anaphores (per pianoforte ed orchestra con una citazione di musica cecena), Espressivo (per cimbalom e ensemble su ritmi bulgari).
L'idea di scrivere alcune Fantasie - un genere fuori moda! - mi ha consentito di evadere dalla rigidità delle prassi dogmatiche che regnavano negli anni dell'avanguardia, un periodo della storia della musica in cui regnava la dissonanza, ed era bandita qualsiasi forma di melodia, il cui uso era considerato addirittura un gesto reazionario o una pratica post moderna. Tahir prevede l'uso dei terzi di tono tipici della musica dell'Oriente. Le corde più basse della viola (3a/4a corda) sono accordate un semitono più basso rispetto al normale. La percussione usa un derbouka, un set di crotali su due ottave, una marimba bassa, piatto sospeso e gran cassa.
(Gérard Zinnstag)


Claudio Ambrosini Algario (2013)

Una delle caratteristiche più efficaci delle barche veneziane è l'avere il fondo piatto: basta pochissima acqua e anche con una marea minima si riesce a girar la laguna, passando sulle barene. E se per caso la barca si insabbia, basta sporgersi un po' dalla poppa, il peso del vogatore solleva la prua e la barca immediatamente si disincaglia. Alla mia adorata “mascareta”, quand'ero ragazzo, bastavano davvero una decina di centimetri ma anche meno; bastava ci fosse giusto quel po' d'acqua sufficiente a “tociar el remo” e poi invece importante era scrutare attentamente il fondo, per valutarne in continuazione la profondità. Così ho imparato a conoscere le alghe. Ce n'erano di tutti i tipi: una, verde chiaro, che sembrava lattuga; un'altra un ciuffo di capelli scuri, come i serpentelli sulla testa di Medusa; un'altra un groviglio di dita gelatinose, un'altra ancora un rametto di corallo galleggiante...
Chissà se oggi quelle alghe ci sono ancora, o sono state sopraffatte da quelle "foreste" - come si dice in dialetto -, matasse parassite giunte da ogni dove che ci stanno sempre più mangiando fin dalle palafitte? Venezia ormai boccheggia, sia sopra che sotto il pelo dell'acqua. Dalle alghe alla musica il salto può sembrare arduo ma si può provare a lasciarsi andare alle libere associazioni, alla possibilità che i suoni hanno di alludere, richiamare e talvolta perfino raffigurare (Gesualdo, Claudio, Antonio docunt). Ascoltare... con gli occhi, insomma.
Questo Algario (in cui i nomi latini delle alghe sono veri, quelli in veneziano, come pure le associazioni con i canali e le aree della laguna, del tutto immaginari) completa la piccola trilogia “floreale” che include anche i recenti Erbario spontaneo veneziano e Erbario alpino (con due ibridi immaginari). Ma la Natura è prodiga e sa manifestarsi in innumerevoli modi per cui, chissà, ci saranno forse altri capitoli.
(Claudio Ambrosini)