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Domenica 14 settembre 2014, ore 20.00
Gran Teatro la Fenice, Sale Apollinee

Prime esecuzioni assolute

Ex Novo Ensemble
Daniele Ruggieri
flauto
Davide Teodoro clarinetto
Carlo Lazari violino
Mario Paladin viola
Carlo Teodoro violoncello
Aldo Orvieto pianoforte

Preludio critico di Claudio Ambrosini

Mauro Montalbetti (1969)
A ricompor l'infranto (2014) per clarinetto, violoncello e pianoforte
Commissione Ex Novo Musica. Prima esecuzione assoluta

Paolo Manfrin (1955)
Paesaggi dell'anima (2013/4) per flauto, clarinetto (e percussioni accessorie), violino, violoncello e pianoforte
… di luci e ombre - … di luoghi lontani - … di flussi migratori
Commissione Ex Novo Musica. Prima esecuzione assoluta

Fabio Cifariello Ciardi (1960)
Après (2014) per clarinetto, violino e pianoforte
Commissione Ex Novo Musica. Prima esecuzione assoluta

Daniele Ghisi (1984)
Chansons (2012) per viola, pianoforte e dispositivo elettronico Lo-Fi
Presque transi - Ma bouche rit - Malor me bat
Prima esecuzione assoluta

Stefano Bulfon (1975)
Les jours inaudibles (2007 rev. 2013), per clarinetto, viola e pianoforte
Prima esecuzione assoluta

Daniela Terranova (1977)
Filigrana (2014) per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte
Commissione Ex Novo Musica. Prima esecuzione assoluta




Cos'è la musica?
Un incedere di suoni, di gesti, frammenti di memorie, aspettative emozionali.
Uno scambio tra chi ascolta se stesso - mentre produce suoni - e chi lo guarda produrre.
O anche il risultato fisico di trasmissione d'onde e loro manipolazione,
manovrato da un'idea e, in fin dei conti, dal desiderio di esserci, di far reagire,
di modificare di qualche hertz l'esistenza, di sussurrare un sogno.
Stasera, qui.



Mauro Montalbetti (1969) A ricompor l'infranto (2014)
E' una commissione dell'Ex Novo Ensemble ed è dedicato a Davide Teodoro, clarinettista del gruppo. Alcuni frammenti musicali tratti dagli enigmatici Drei kleine Stücke op. 11 di Anton Webern (composti nel 1914) vengono espansi, parcellizzati, oppure coperti da dense e oscure stratificazioni sonore, come in alcune opere del celebre artista Emilio Isgrò, nelle quali numerose parole o frasi di libri vengono cancellate da un tratto di colore nero. Nel corso della seconda parte ascoltiamo un progressivo attenuarsi degli elementi disgreganti a favorire la ricomposizione delle figure sonore originali, che compaiono sia come echi di detriti, isolati e ripetitivi, sia come citazioni. (Mauro Montalbetti)

Paolo Manfrin (1955) Paesaggi dell'anima (2013/4)
Concepito come un trittico, Paesaggi dell'anima è costituito da brevi immagini musicali intime, a volte evocative, in cui ogni episodio è dominato da un gesto musicale caratteristico, in costante trasformazione. Ogni pannello, della durata di pochi minuti, ha un sottotitolo strettamente connesso con la struttura musicale, della quale ne chiarisce la struttura formale, la suggestione o l'articolazione. Nel primo episodio, “… di luci e ombre”, in forma bipartita, la tesa articolazione iniziale si apre improvvisamente ad ampi spazi di risonanza nei quali riaffiorano, come ombre indefinite, frammenti esposti nell'episodio iniziale. Nel successivo, “… di luoghi lontani ”, la narrazione è affidata al flauto che, con la complicità delle percussioni, evoca immaginari paesaggi esotici mentre in quello conclusivo, “… di flussi migratori ”, il fluire frenetico del pianoforte, migra progressivamente dal registro acuto a quello grave, sovrapponendosi ad armonie cangianti e ruvide articolazioni strumentali. (Paolo Manfrin)

Fabio Cifariello Ciardi (1960) Après (2014)
Quando si gioca con le parole si può finire per recitare la parte sbagliata? Qui il compositore finisce per dar voce ad Adolf Hitler arrivando gradualmente a trascrivere un nefasto frammento del suo primo discorso da Cancelliere del Reich ascoltato il 10 febbraio 1933 da milioni di tedeschi. Per fortuna questa volta lo fermeremo in tempo! (Fabio Cifariello Ciardi) «Non resta che usare il male come fertilizzante» (Lia Cecchin)

Daniele Ghisi (1984) Chansons (2012)
Chansons è una collezione di Lieder (Presque transi, Ma bouche rit, Malor me bat), ciascuno concepito come un lontano trasfigurato parente dell'omonima chanson di Ockeghem. Ogni brano è costruito intorno a raggiungimento, distruzione o mera ripetizione di un gesto archetipico estremamente semplice. L'elettronica è diffusa attraverso un altoparlante a contatto Lo-Fi (abbreviazione del termine “low fidelity”), situato all'interno della cassa armonica del pianoforte: costruita completamente a partire da materiali provenienti da registrazioni di Ockeghem, rappresenta una voce distante, un “altrove” che mette il duo acustico in una straniante prospettiva. (Daniele Ghisi)

Stefano Bulfon (1975) Les jours inaudibles (2007, rev. 2013)
Il sognatore contempla oltre una grata un muro coperto d'edera. Lo direbbe antico di per certo, benché richiesto di suggerirne una possibile datazione non saprebbe indicarla con esattezza. Si presenta infatti in buono stato di conservazione, offre alla vista qua e là un certo residuo di decorazioni (perdutamente nascosto dalle spire il resto) dove molti stili si sovrappongono, e non è chiaro cosa rimandi a che cosa. I mattoni sfolgorano scarlatti nella calda luce pomeridiana; soprattutto, l'insieme è silenziosamente conchiuso in un senso di mite, misteriosa bellezza. (Il sognatore cercherà in seguito di esprimere quest'ultimo sentimento, affermando di aver avuto la percezione di trovarsi nel medesimo istante sia da un lato della grata, che da quello opposto.) (Stefano Bulfon)

Daniela Terranova (1977) Filigrana (2014)
Il primo significato del termine filigrana è legato alla lavorazione orafa di sottili filamenti metallici (d'oro e d'argento), curvati e intrecciati per riprodurre eleganti arabeschi che si dipanano partendo da pochi punti di contatto e saldatura. Ma la filigrana è anche il disegno che affiora in trasparenza nello spessore del foglio di carte pregiate. Questa duplice accezione si rispecchia nelle immagini sonore, disegnate in partitura come figure che germogliano facendo ombra ad una trama dai contorni sfumati, che ricompone a poco a poco la propria forma nella memoria dell'ascoltatore. (Daniela Terranova)